Adolescente picchiata dalle compagne: «Sei troppo grassa»

da Como

Lei è solo un po’ sovrappeso, ma per le compagne bastava a chiamarla «gabibba» o «cicciona». Nomignoli infantili e innocui, ma non se sei un’adolescente, non se le compagne non ti danno tregua per sei mesi e te li ripetono in continuazione, davanti a tutti. E la vittima della prese in giro, una ragazzina dell’Olgiatese, si sentiva talmente perseguitata da saltare le lezioni pur di non dover affrontare le compagne. A quell’età succede. Ma quando, vedendo la ragazza angosciata, la famiglia si è rivolta alle autorità scolastiche, le cose sono degenerate.
«La preside -racconta la madre della ragazzina- ha chiamato la famiglia di una delle compagne che perseguitavano mia figlia. È allora che sono arrivate le minacce: “Questa te la faccio pagare”. E così è stato». Venerdì scorso tre compagne hanno aspettato la ragazza all’uscita dell’istituto di Setificio, a Como, dove ci sono i laboratori frequentati anche dalle ragazzine dell’istituto professionale della cooperativa Cometa di Como. L’hanno malmenata, tirato i capelli fino a piegarle la testa, riempita di pugni sulla schiena e buttata a terra.
Per la scuola l’episodio non è destinato ad avere conseguenze, ma la mamma della vittima sporgerà denuncia. «Le ragazze si sono scusate con la compagna, hanno sbagliato, ma mi sembra che l’episodio si chiuda qui» ha commentato la preside dell’istituto, Ezia Molinari. Per la polizia del resto, non si tratta di bullismo ma di una semplice lite.
Ma la mamma non ci sta: «Non sto a questi ricatti - dice la donna - mia figlia è stata picchiata e lasciata a terra come un sacchetto vuoto.

E poteva andare peggio, se si fosse fatta male in modo più serio, anche per sbaglio, a quest’ora staremmo a parlare di bullismo e di tragedia annunciata al telegiornale. Lei è una ragazza semplice, con la coda di cavallo e i maglioni larghi, ma non c’è ragione per tanta cattiveria».

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