Adolf, Eva e gli amici: chiacchiere nel «nido d’aquila»

Le immagini silenziose del Berghof hanno finalmente un suono. Berghof è la villa presso Berchtesgaden nell’Obersalzberg bavarese, rifugio preferito di Hitler, il suo «nido d’aquila» oggi trasformato in albergo. Nella villa dove il Führer trascorreva i momenti di vacanza, soggiornava, oltre ad Eva Braun, tutta una cerchia di «intimi», da Gertl Braun, sorella di Eva, a Himmler, Goering, Goebbels, Heydrich, Albert Speer, Karl Wolff, più una serie di personaggi non identificati, racchiusi senza nome negli album di Eva, appassionata di fotografia e di cinema.
Fu proprio Hitler a regalarle nel 1936 una cinepresa con la quale Eva rallegrava le sue giornate a Berghof, filmando a tutto spiano. La maggior parte delle immagini sono girate sulla grande terrazza della residenza bavarese che si affacciava su un intatto e grandioso paesaggio montano. Si vedono gli ospiti di Hitler che prendono il sole, che chiacchierano, mentre intorno giocano bambini e scorrazzano i due cani di Eva, gli inseparabili scottish terrier. La gente ride, sorride, si scambia battute: un idillio. Adesso una nuovissima tecnologia chiamata Alr (Automated Lip Reading, lettura automatizzata delle labbra, messa a punto dallo specialista del linguaggio Frank Hubner) ha consentito di «leggere» le parole sulla bocca delle persone riprese. La sofisticata metodologia accoppia la forma che prendono le labbra durante il parlato a suoni specifici, poi li confronta con le parole del dizionario. Il risultato è stato poi letto da attori e le chiacchiere di Adolf e degli amici verranno finalmente ascoltate dai telespettatori dell’emittente inglese Channel Five.
Ma che cosa diceva Hitler agli amici? La curiosità, anche un po’ morbosa, di ascoltare la voce «privata» del personaggio che nel secolo appena trascorso è stato identificato con il Male, forse resterà delusa. L’uomo di cui ci è stata tramandata la voce metallica che con furia arringava le folle, in privato è assolutamente banale. La banalità del male, verrebbe da dire, citando Hannah Arendt. Il Führer dei filmini ricorda quello interpretato da Bruno Ganz in La caduta: gentile, con le mani tremolanti per l’incipiente Parkinson. Malinconico. A Eva che lo riprende dice: «Perché stai filmando questo vecchio? Sono io che dovrei filmare te». E sempre a lei: «Mi sembra di capire che il film che abbiamo visto ieri sera non ti è piaciuto. So quello che vuoi vedere, Via col vento». A volte la superficialità della giovane lo irrita: «Tu hai problemi con un abito che non ti sta? Immagina i miei, di problemi».
Hitler non risparmia critiche agli uomini a lui più vicini: di Himmler dice di non capire la sua mania per gli scavi archeologici nei quali il capo della Gestapo e delle Ss cercava l’origine della razza ariana.

Ancora più pesante ci va con il corpulento Goering, alle prese evidentemente con cosciotti di maiale e Bratwurst: «L’ho visto mentre mangiava - commenta disgustato - e ho capito che è vero quel che dicono: i maiali mangiano la carne dei propri simili». Figurarsi, lui era praticamente vegetariano!

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