Adr ricomincia dal piano

da Milano

Il piano industriale di Aeroporti di Roma «è ragionevole che venga discusso e approvato a settembre». Lo ha detto l’amministratore delegato di Adr, Maurizio Basile, tornato saldamente nel pieno del proprio ruolo dopo la soluzione del lungo braccio di ferro societario tra Gemina e il socio australiano Macquarie; ora Gemina possiede la quasi totalità del capitale (proprio ieri l’Antitrust ha dato il via libera all’operazione, decidendo di non avviare un’istruttoria). Proprio il piano industriale da 2 miliardi di investimenti è stato l’elemento decisivo del contrasto e del riassetto azionario.
Basile formalmente è ancora «affiancato» dal triumvirato Palenzona-Grimaldi-Cowey, la terna di amministratori delegati espressa durante la lite societaria per bloccare ogni iniziativa riguardante il piano. Alla conclusione di un iter di formalità che ratificheranno la nuova governance, Basile sarà nuovamente da solo nel proprio ruolo. Di fatto, ha già ripreso in mano la situazione: «Stiamo aggiornando il piano presentato in gennaio» ha detto ieri.
Il piano industriale 2007-2016 punta a un programma di investimenti di circa 2,2 miliardi di euro (in linea con i livelli di investimento degli altri grandi aeroporti europei) di cui 1,6 finalizzati alle componenti industriali (moli, piste, sottosistemi, ecc.) e circa 600 milioni destinati a tutte quelle infrastrutture di servizio connesse al business aeroportuale (alberghi, parcheggi, uffici, ecc). Riferendosi agli investimenti immobiliari, Basile ha sottolineato: «Non vogliamo fare i palazzinari», ma lo sviluppo aeroportuale «è impossibile senza il real estate» precisando che «non vogliamo fare villette ma alberghi». «Si tratta di un generatore di cassa per fare investimenti» sull’aeroporto, ha spiegato, dopo aver ricordato che i flussi di cassa derivano da tre attività: «aviation, retail e real estate».


Quanto allo sviluppo del traffico, il piano di Adr ha l'obiettivo di conseguire nell'arco di un decennio il traguardo dei 45/50 milioni di passeggeri su Fiumicino. Il documento prevede anche un intervento sul capitale necessario per sostenere l'impegnativo programma per circa 300 milioni di euro, col mantenimento, tuttavia, di livelli di dividendo invariati per i soci.

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