«Un affare per chi viaggia e per i contribuenti»

Per Gianfilippo Cuneo la partita non è però finita: «Adesso si cercherà di mettere tutti insieme»

da Milano

Finisce qui?
«Non credo proprio - risponde Gianfilippo Cuneo, consulente e fondatore del fondo Sinergia con imprenditori».
Cioè?
«Ci sarà il tentativo di mettere insieme le cordate. Vedrà».
Come giudica la scelta a favore di Air France?
«In termini aziendali, ineccepibile».
Ci spieghi
«Alitalia ha bisogno di una trasfusione di energie e di comportamenti da parte di un serio operatore internazionale. Solo i grandi possono dare all’Alitalia accesso alle rotte più interessanti e comportamenti atti a risanarla. Un operatore più piccolo come Air One non ha la forza per tutto questo. Come la scelta del cda dimostra».
Cosa intende per forza?
«Per risanare Alitalia servono alcuni miliardi di euro. Air One non ha la forza finanziaria. Tutti possono dire: i soldi me li danno le banche. Ma da domani, se Alitalia andrà a Air France, Air One troverà un finanziatore? Dice di valere un miliardo, ma è una valutazione fantasmagorica. Nel 2006 ha avuto un utile di 6 milioni...».
Scusi, ma il tema è Alitalia.
«Ha ragione: il salvataggio di Air One si vedrà in un momento successivo... Alitalia dev’essere collegata con sistemi virtuosi, per riconquistare mercati interessanti. Il Nord America si fida di Air France ma non di Alitalia, che ha perso il traffico business perchè ha una pessima reputazione. Gli uomini d’affari la evitano, i turisti non possono tenerla in piedi. Air France, Lufthansa e British hanno ciascuna percentuali di voli business superiori a quelli di Alitalia».
E Malpensa che fine farà?
«Contrariamente a quello che si dice, l’operazione è un’ottima occasione per Malpensa, che sarà libera di attrarre voli di lungo raggio di altre compagnie. Una buona notizia per i passeggeri, che si avvantaggiano quando cresce la concorrenza».
Cosa cambierà per gli italiani?
«Poco o niente. Aumenterà la competizione, e questo è positivo, non ci sarà un operatore nazionale da difendere e i vari aeroporti saranno più liberi di attrarre altri operatori. La flotta sarà rimodernata».
Ma per andare lontano si dovrà passare da Parigi
«Da qualche parte si deve pur passare. Alitalia non serve né Houston né Los Angeles».
Secondo lei allora non è finita qui...
«Credo che ci sarà un tentativo in extremis per fare un’ammucchiata. Qualcuno si spenderà perchè Air One entri nel pacchetto Air France. In sostanza, si chiederà ad Air France di salvare due aziende, non una».
Il piano di Air France è credibile?
«Sulla carta sì. Ma sei mesi dopo un’acquisizione i piani non li ricorda più nessuno: in realtà sono carta straccia. Si fa quel che si fa».
Oggi l’affare lo fa Air France o Alitalia?
«Oggi l’affare lo fa innanzitutto il contribuente italiano. Poi il consumatore, perchè non ci sarà più quell’occhio di riguardo dello Stato per il proprio vettore nazionale. Vedrà che nell’arco di un paio d’anni assisteremo anche ad aperture sul Linate-Roma, le cui tariffe sono assurde. Oggi è la vera caduta di un monopolio»
Pensa che Carlo Toto, proprietario di Air One, reagirà con qualche ricorso?
«In Italia c’è sempre un ricorso in arrivo.

Ma credo che da un punto di vista sostanziale non ci siano appigli. Il consiglio di amministrazione di un’azienda quotata che perde ha il dovere di provvedere. Se non si fida di un partner, è legittimo che scelga l’altro».

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