Affari I giochi fanno incassare alle mafie 2,5 miliardi di euro

Il gioco d’azzardo: una opportunità per chi spera di diventare ricco, ma anche un gigantesco affare per le mafie. Solo nel 2009 gli introiti della ’ndrangheta del Superenalotto e della mafia del gioco d’azzardo, sono stati pari a 2,5 miliardi di euro e, per capire quanto sia variegato il panorama, basta guardare al numero di Procure impegnate su questo tema nell’ultimo anno: ben 12, in ogni parte d’Italia. Il dato è riportato sull’ultimo numero del mensile «Narcomafie», edito dal gruppo Abele, che dedica una inchiesta al gioco d’azzardo, risorsa fiscale, ma anche risorsa per le mafie su tutto il territorio. Sorprendenti i numeri: dal 2003 si è assistito a un incremento della spesa delle famiglie destinata al gioco: dai 17,3 miliardi del 2003 ai 54,4 del 2009. E per il 2010 si prevede di superare i 60 miliardi. Un’industria con un fatturato che nel 2009 ha raggiunto il 3,7% del Pil ma di cui solo 8,8 miliardi di euro sono tornati all’erario.

Le «new slot» capaci di raccogliere nell’ultimo anno oltre 25 miliardi di euro, in realtà incassano il doppio della cifra, ma gli altri 25 miliardi sfuggono alle registrazioni. Il business delle macchinette alterate riguarda 300mila postazioni, ed è quasi impossibile controllarlo.

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