Quattro contratti d'affito su dieci in Italia sono sconosciuti al fisco: è in nero il 40% delle locazioni. L'impatto sulle casse pubbliche vale 3,5 miliardi di euro di buco.
A scattare la fotografia di un mercato sommerso grande quasi quanto quello legale è il Sunia, che individua negli studenti fuori sede e negli immigrati gli inquilini con cui è più facile, o meglio è più frequente, evadere. Non registrare il contratto o dichiarare una cifra molto più bassa di quella realmente pagata: così si aggira il fisco, lasciandolo a secco del versamento d'imposta di registro e di una parte del reddito imponibile.
Un vuoto che, secondo lo studio condotto dal sindacato degli inquilini (sulla base dei dati delle Agenzie delle Entrate, della Guardia di Finanza e dell'Anagrafe Tributaria), ammonta a più di 3,5 di miliardi d'imposta sul reddito ogni anno. Una cifra a cui si arriva così: l'evasione nel settore abitativo coinvolge circa 1.500.000 di case in tutto il Paese con 13 miliardi d'imponibile che rimangono sommersi. A cui, sottolinea il sindacato, si aggiungono altri 300 milioni di imposta di registro evasa. Le città nella «top ten» degli affitti in nero sono: Milano, Genova, Roma, Vicenza, Napoli, Salerno, Torino, Varese, Firenze, Venezia. Ma anche Bari, Caltanissetta, Bologna, Pisa, Catania rientrano nella «black list» che il sindacato ha stilato, tenendo conto delle denuncie di illegalità presentate nelle sue sedi territoriali.
Dall'elenco emerge come il fenomeno raggiunge i picchi nei centri dove maggiore è la presenza di immigrati extra-comunitari e studenti universitari fuori sede. «Categorie che anche se per motivi differenti, sono sempre facilmente sfruttabili», fa notare il segretario generale del Sunia, Franco Chiriaco. Sono i target di inquilini preferiti, prosegue, perchè più «sfruttabili»: facilmente soggiacciono ad «affitti sproporzionati», mentre «i diritti e le garanzie scompaiono dai contratti, che spesso sono palesemente illegali».
Un'azione che deve unirsi, per il Sunia, a un'immediata «intensificazione dei controlli per stanare l'evasione fiscale e così recuperare risorse da destinare all'edilizia sociale».
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