da Quebec City
Il segretario generale della Nato, lolandese Jaap de Hoop Scheffer, ha invitato ieri i parlamentari dellAlleanza Atlantica a esercitare pressioni sui propri governi per eliminare le limitazioni sulle truppe che operano in Afghanistan. Parlando in video conferenza durante un incontro a Quebec City, in Canada, de Hoop Scheffer ha sottolineato che i cosiddetti «caveat» - le limitazioni dimpiego dei contingenti messi a disposizione dai Paesi - sono comprensibili ma creano molte divisioni.
«La Nato è solidarietà e condivisione di oneri e rischi. I caveat nazionali - ha affermato il segretario dellAlleanza - riflettono autentici e comprensibili timori di governi e Parlamenti per i loro soldati. A prescindere dalla limitazione della capacità dei nostri comandanti militari di adempiere la loro missione, i caveat possono essere percepiti come disaggreganti».
Nellalleanza militare ci sono contrasti sempre maggiori, perché i soldati canadesi, statunitensi, britannici e olandesi operano nella zona sud dellAfghanistan e devono assumersi il fardello dei pesanti scontri con i talebani. Le forze italiane, francesi e tedesche pattugliano invece zone relativamente calme nel nord del Paese, in base a vincoli autoimposti che le tengono alla larga dalle operazioni di combattimento.
Lo stesso concetto di de Hoop Scheffer è stato espresso in unintervista allagenzia di stampa americana Ap dal generale Tim Grant, del contingente canadese in Afghanistan. Se il comandante della forza a guida Nato «avesse più flessibilità nel dispiegamento e nelluso di tutti i soldati presenti, penso che sarebbe meglio per tutti», ha detto lufficiale. Secondo Grant, «il punto non è necessariamente avere più truppe di stanza nel Paese su base permanente» ma, ha aggiunto, «ci sono situazioni in cui è importante avere diverse capacità sul terreno e, in quel caso, il comandante Nato deve poter spostare le truppe».
Soltanto questanno, 34 soldati canadesi sono stati uccisi in combattimenti e agguati nel Paese asiatico.
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