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Afghanistan, Corano al rogo Rivolta anti Usa: otto morti

Continuano le manifestazioni contro il rogo di testi sacri islamici avvenuto ieri nella base di Bagram. Alle fiamme un compound. Alcune vittime. Guarda le foto

Afghanistan, Corano al rogo Rivolta anti Usa: otto morti

Copie del Corano date alle fiamme. La decisione di alcuni addetti della base area di Bagram, città a nord di Kabul, ha scatenato ieri le proteste degli afghani, costringendo il generale John Allen, capo dell'Isaf, a porgere le sue "sentite scuse al nobile popolo afghano".

L'episodio ha causato parecchio imbarazzo ai militari e ha portato in strada 2000 persone, a protestare davanti all'ingresso della base. La polizia ha risposto alle proteste con la forza, sparando anche proiettili di gomma contro le molotov e le armi rudimentali dei manifestanti. I militari hanno però smentito di avere esploso colpi sulla folla, che protestava al grido di "Morte agli infedeli".

La protesta si è sciolta in poche ore. Una seconda manifestazione si è però formata a Kabul dove alcune centinaia di persone hanno bloccato la statale che unisce la capitale e Jalalabad, al confine con il Pakistan.

Mohammad Nabi, 45enne dipendente della base, ha dichiarato alle all'agenzia di stampa Pajhwok che "due lavoratori afghani sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco quando hanno cercato di impedire la distruzione dei libri sacri". Un medico locale parla di un morto accertato e di almeno 20 feriti da arma da fuoco nelle proteste tra Kabul e Jalalabad, ma le vittime - a sentire le autorità locali - sarebbero già otto, tre delle quali nel distretto di Shinwar.

Il presidente afghano Karzai ha ordinato un'inchiesta approfondita sull'accaduto. Una seconda inchiesta è stata avviata dall'Isaf per capire cosa sia davvero successo e se davvero - e perché - il materiale religioso sia stato dato alle fiamme.

Chiusa l'ambasciata. Compound alle fiamme

Come conseguenze delle proteste l'ambasciata Usa a Kabul è stata chiusa. Lo staff è rimasto bloccato all'interno. Sospesi anche tutti i viaggi già programmati di cittadini statunitensi in Afghanistan. Le proteste continuano questa mattina, con migliaia di persone in strada, sia a Kabul che nella provincia di Nangarhar. 

Secondo testimoni un compound destinato ai contractor stranieri è stato dato alle fiamme. Nel rogo sarebbe rimasta coinvolta anche la guesthouse del complesso Green Village, dove 1.500 contractors stranieri lavorano e vivono. Camp Phoenix è stato fatto oggetto di un fitto lancio di pietre.

Proteste anche a Herat

Le manifestazioni di protesta si estendono all'Afghanistan occidentale, arrivando fino alla città di Herat. Tolo, televisione locale che dà la notizia, non precisa in quali aree della città si stiano verificando i disordini.

Nella città sono di stanza i militari italiani. 

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