Afghanistan I giornalisti francesi sono vivi in mano ai talebani

I due giornalisti francesi rapiti mercoledì in Afghanistan sono vivi e in buona salute. Lo rende noto una fonte vicina all’unità di crisi a Kabul. Gli uomini, che lavoravano su un reportage in Afghanistan da tre settimane per conto della televisione francese erano stati rapiti durante uno spostamento nel distretto di Kapisa, dove staziona il contingente francese dell’Isaf. Secondo quanto riportato dal direttore delle emittenti in contatto con Kabul, sarebbero anche iniziate le trattative per la liberazione. «Le persone incaricate del recupero - ha detto a France Info Paul Nahon - sono entrati in contatto con i rapitori». Informazioni che comunque le autorità di Parigi ancora rifiutano di confermare. I giornalisti, di cui non sono ancora stati resi noti i nomi, erano accompagnati dall’interprete afghano e da alcuni suoi parenti. Una troupe di France 3 è intanto arrivata mercoledì a Surobi mentre mentre nella sede di France 3 e del ministero degli Esteri francesi sono state installate delle unità di crisi.

Intanto la morte dei 7 agenti della Cia in Afghanistan ha provocato gravi scossoni dentro l’agenzia di intelligence Usa. Alcune indiscrezioni pubblicate dai giornali americani dicono che il kamikaze che c’è fatto esplodere non è stato neanche perquisito all’ingresso del palazzo dove lavoravano i sette morti.

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