GenovaSi chiama «Agemda» e permette di avere un panorama completo sulle critiche possibili alla politica sullimmigrazione portata avanti dal governo Berlusconi e dai partiti che lo sostengono. È una specie di nuova Smemoranda che alterna pagine di agenda a interventi di giornalisti e opinionisti e vignette firmate da ElleKappa, Vauro e Sergio Staino. Fin qui niente da eccepire, ci mancherebbe. Se non che «Agemda 2009», non è un progetto editoriale qualsiasi ma una iniziativa promossa e finanziata dallArci e da Magistratura democratica, associazione interna alla magistratura italiana il cui orientamento politico non si scopre certo oggi, ma che non si poteva pensare arrivasse ad animare unoperazione che sa tanto di iniziativa puramente politica.
Dietro a tutto questo ci sono due progetti dichiarati e uno sottinteso. Il primo riguarda la finalità benefica. I ricavati dellagenda, che costa 12 euro, saranno devoluti a Women and Law in Southern Africa, associazione impegnata in attività di promozione e sostegno dei diritti alle donne nel continente africano.
La seconda finalità è quella di dare spazio alle storie dei migranti, alle loro esperienze. È a loro, infatti, che si rivolgerebbe questa agenda presentata a Genova, dal presidente della Regione Claudio Burlando e dallassessore con delega allimmigrazione Enrico Vesco che ne hanno dato lustro in una conferenza stampa: «Abbiamo aderito a questo progetto - dice Vesco - perché iniziative del genere vanno sostenute: agiscono sul clima culturale e portano allattenzione di tutti i valori fondamentali della coesione e del rispetto reciproco sul tema dei diritti». Qui interviene il terzo aspetto non dichiarato ma esplicito e cioè una critica continua ai provvedimenti adottati dal centrodestra. Dalle vignette alle note in fondo pagina gli attacchi non mancano. «Il decreto Robin sicurezza Hood?», «toglie i reati ai miliardari per darli ai clandestini», oppure un uomo che parla con un poliziotto: «Prese le impronte ai bimbi rom?» e il poliziotto: «Sì. Adesso speriamo che delinquano, sennò è un lavoro sprecato». Due mafiosi discutono: «700 mila clandestini vogliono dire 700mila processi più altrettanti ricorsi», laltro replica: «Così questi giudici la finiranno di perdere tempo dietro a noi».
Fin qui, si dirà che è la satira, ma a fondo pagina di satira non se ne fa come in alcuni interventi ospitati nel diario a firma di Gad Lerner, Gian Antonio Stella e Andrea Camilleri. Si contesta la decisione del ministro Maroni di prelevare impronte digitali ai rom definendola illiberale e discriminatoria, si elogiano le manifestazioni che hanno tentato di bloccare il G8 di Genova. Quindi il duro attacco alla «Bossi-Fini» definita come una legge che individua nei migranti i nuovi nemici delle nostre società.
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