Agenti e ruspe, sgomberati due campi nomadi abusivi
30 Settembre 2005 - 00:00Carabinieri e ghisa dopo il blitz: «Abbiamo trovato condizioni igieniche allucinanti»
Michele Perla
Prima lo sgombero allalba, poi le ruspe che hanno reso inagibile quella che da tempo era divenuta la cittadella dei romeni e dellillegalità. Vivevano in condizioni di rischio igienico allinterno di una ditta dimessa a Cornaredo, a poca distanza dal casello autostradale. Dormivano su materiali recuperati nelle discariche, in mezzo a stracci, rifiuti ed escrementi. Adulti e bambini, uno di loro soltanto di pochi mesi. Al controllo sono risultati tutti clandestini provenienti dalla Romania, e per sette, già colpiti da decreto di espulsione non rispettato, si sono aperte le porte del carcere.
Il blitz condotto dai carabinieri della compagnia di Rho e dalla polizia locale di Cornaredo, è scattato laltra mattina quando era ancora buio. Un blitz in due tempi: il primo in una baraccopoli vicina alla via Cascina Torrette e Milano, dove nelle strutture fatiscenti vivevano una dozzina di stranieri, sistemati in maniera tale da far pensare a una lunga permanenza. Laltro, quello più massiccio, nella ex Italsempione, ditta dimessa che ne ospitava una ventina. I militari che si sono presentati in forze hanno circondato le due aree, chiudendo ogni via di fuga agli irregolari. Questi, colti nel sonno, non hanno avuto neppure il tempo di tentare la fuga. Non hanno opposto resistenza accettando lo sgombero forzato che era nellaria da tempo. «Cerano uomini, donne e bambini costretti a vivere in condizioni davvero allucinanti» hanno spiegato i militari. Fra loro anche un rom violento e pretenzioso, convinto che nessuno lavrebbe mai sgomberato insieme alla sua nutrita famiglia, tanto che si era perfino collegato abusivamente allenergia elettrica. È stato lunico a creare problemi, ma anche il primo a finire subito in manette. Tutti i clandestini, quelli che hanno evitato il carcere, dopo una tappa in caserma, sono stati portati in questura a Milano e successivamente in un centro di prima accoglienza. Qualcuno ha provato anche a fornire generalità false, ma è stato smascherato grazie alle impotente digitali.