Agevolazioni fiscali addio E la Liga minaccia lo sciopero contro Zapatero

Madrid. Il calcio spagnolo è in subbuglio, sotto mira il premier socialista Zapatero. C’è aria di sciopero dopo la mossa a sorpresa, concordata dal governo del premier con i piccoli partiti della sinistra, di abolire dal 1° gennaio la «legge Beckham», che consente importanti sgravi fiscali sugli stipendi delle stelle straniere assunte dai club iberici. La Liga ha minacciato di sospendere il campionato se l’emendamento alla finanziaria 2010, votato da socialisti e sinistra, sarà approvato e ha convocato per oggi un’assemblea generale straordinaria. Per il presidente del Barcellona Joan Laporta «è improprio lanciare misure del genere senza consultarci». Raul, emblema del Real, è d’acordo con la nuova legge:«Dobbiamo giocare tutti con le stesse regole». Ma preoccupato in altro verso: «Sarà difficile che le stelle straniere continuino a venire in Spagna».
Per ora i grandi del calcio che approdano in Spagna beneficiano della norma che consente agli stranieri, che guadagnano più di 600mila euro l’anno, di pagare un’aliquota Irpef del 24% e non del 43%, come il resto dei residenti spagnoli. La norma ha suscitato più volte la collera dei presidenti dei club di altri Paesi europei, che hanno denunciato una forma di concorrenza sleale.
La modifica concordata da Zapatero non dovrebbe colpire le star già in Spagna, da Cristiano Ronaldo (13 milioni all’anno) a Ibrahimovic (11) o Kakà (9): l’abolizione della clausola non ha effetto retroattivo e non si applicherà per i prossimi 5 anni ai contratti già in corso.

La legge Beckham fu approvata nel 2003 dal Partito popolare proprio in coincidenza con l’arrivo del giocatore inglese al Real e ora la modifica rischia di influire sui nuovi acquisti.
Le squadre spagnole negoziano l’importo del contratto con i giocatori in prezzi netti. Un aumento del 19% dell’Irpef ricadrebbe quindi sui club.

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