Laccusa era di aggiotaggio manipolativo e informativo, oltre che ostacolo allattività della Consob, lorgano di vigilanza dei titoli quotati in Borsa. Il Tribunale di Milano ha deciso di condannare il presidente della Lazio Claudio Lotito a due anni di reclusione e a una multa di 65mila euro e limprenditore Roberto Mezzaroma a un anno e 8 mesi più unammenda di 55mila euro. Per entrambi, poi, è stata stabilita linterdizione dai pubblici uffici per un anno.
Pene più severe, quelle inflitte dai giudici della seconda sezione penale, rispetto alla richiesta del pm Laura Pedio: per il patron biancoceleste laccusa chiedeva 20 mesi e 20 mila euro di multa, per limprenditore romano 16 mesi e 20 mila euro di multa. Inutile la richiesta di assoluzione piena della difesa nella sua controreplica. Il processo, iniziato il 22 gennaio del 2008 e sospeso per circa tre mesi nel periodo estivo (il rinvio fu necessario per la notifica alla Consob, parte offesa, di una contestazione suppletiva mossa agli imputati dal pm Pedio), ha conosciuto ieri la sua prima sentenza. Sentenza prevista inizialmente il 14 gennaio scorso e poi rinviata per problemi del tribunale milanese.
Le accuse mosse dalla Procura riguardano il titolo della società calcistica romana. Secondo la ricostruzione del pm tra Lotito e Mezzaroma cera stato un accordo «interpositorio», una sorta di patto «occulto», che il 30 giugno 2005 aveva portato limprenditore, parente del patron biancoceleste, ad acquistare il 14,61 per cento di azioni della Lazio per conto di Lotito (quota di azioni poi sequestrata nel novembre 2006 dalla Guardia di Finanza. In questo modo, sempre secondo quanto ricostruito dallaccusa, Lotito non sarebbe apparso titolare del pacchetto in base al quale doveva lanciare lOpa (lofferta pubblica di azioni) in quanto «sforato» il 30 per cento. In questo modo i due avrebbero ingannato il mercato portando così ad una alterazione del prezzo del titolo. Il tribunale ha concesso le attenuanti generiche sia a Lotito che a Mezzaroma.
Si tratta del primo processo della storia giudiziaria italiana in cui viene contestato lostacolo alla Consob e dove nello stesso tempo lorganismo di vigilanza sulla Borsa non si è mai costituito parte civile.
«Siamo meravigliati e confidiamo che la corte dAppello voglia restituire il processo al giudice naturale che è a Roma e riconosca linesistenza delle accuse contestate», le parole di Gian Michele Gentile e Matteo Uslenghi, avvocati difensori di Lotito e Mezzaroma, dopo la lettura del dispositivo.
Aggiotaggio Lotito condannato con Mezzaroma
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