Politica

«È aggressivo perché obeso» Giudice mette a dieta sedicenne

Accusato di vandalismi e minacce dovrà scendere sotto i cento chili: «Fa parte del programma di recupero»

Silvia Gilioli

da Ancona

A sedici anni deve mettersi a dieta. L'ha chiesto il suo avvocato e il giudice del tribunale dei minori di Ancona ha sottoscritto. Mettendo un po’ a posto il corpo, questo ragazzone dovrebbe resettare anche la mente. Pesa cento chili e sono proprio i chili in eccesso a renderlo aggressivo.
La storia dei suoi guai giudiziari parte nell'autunno di un anno e mezzo fa, quando fu al centro in un'inchiesta su presunti abusi sessuali avvenuti all'interno di una ex scuola, sempre ad Ancona. Due bambini di dieci anni raccontarono d'aver subito violenze da un branco di ragazzini più grandi. Il ragazzo di 100 chili e un suo amico furono persino perquisiti dagli inquirenti. A casa gli trovarono le bombolette spray, con le quali aveva imbrattato le aule dell'edificio abbandonato.
I piccoli accusatori si erano inventati la storia degli stupri. Le altre marachelle però erano vere: oltre alle scritte vandaliche, scampanellate per disturbare i vicini e tentativi di mettere nei guai il nonno. Che, bontà sua, per alcuni mesi si era preso cura di lui, visto che i genitori sono separati. «Il vecchio mi ha minacciato con il fucile». Il nipote si era inventato tutto, infastidito dai suoi inviti a comportarsi bene e così aveva reagito con quella falsa denuncia.
«La condanna a dimagrire - spiega l'avvocato dell'adolescente, Franco Argentati - non è una punizione. È semplicemente un percorso condiviso: da me, dal giudice del tribunale dei minori di Ancona Carlo Piersantelli, dagli assistenti sociali e dall’interessato. La dieta è già iniziata, i suoi gesti fuori luogo nel frattempo sono spariti. Secondo noi è proprio il disagio fisico ad averlo indotto a tutti questi comportamenti sbagliati».
Ora il ragazzo è andato a vivere con la madre e sta per arrivare al diploma di scuola media inferiore. In ritardo di due anni. È appassionato di disegno (perciò si sfogava con i ghirigori sui muri scolastici), di meccanica e d'informatica. Dei suoi interessi ha tenuto conto il giudice, nel percorso rieducativo tracciato. Il giovane marchigiano deve frequentare la scuola, applicarsi con impegno in un corso di meccanica e fare volontariato in un canile, per un certo numero di ore al mese. E poi, sì, scendere sotto i cento chili. È il primo caso in Italia di giustizia che fa mettere a dieta per sentirsi meglio e rimettersi in carreggiata.

Peraltro dal tribunale di Ancona anni fa era partito un altro caso che ha fatto giurisprudenza: l'eccezione di incostituzionalità che abolì l'ergastolo per i minorenni.

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