Agguato nei bagni della Centrale Il fidanzato la salva dallo stupro

Appena arrivata dalla Polonia insieme al fidanzato italiano, si era recata nei bagni della Centrale per rimettersi in ordine, quando è stata aggredita da un maniaco che l’ha bloccata e tentato di stuprarla. Dopo un violento corpo a corpo è riuscita a divincolarsi e fuggire, con il bruto sempre alle spalle. Richiamati dalle sue urla sono intervenuti prima il fidanzato, che ha tentato di fermare l’energumeno e si è beccato un diretto al volto, e subito dopo gli agenti della polfer che a fatica l’hanno ridotto alla ragione. Si tratta di un cittadino greco, mai visto prima in piazza Duca d’Aosta e senza alcun precedente penale. Sovraeccitato, ha aggredito a calci e pungi a quattro anche negli uffici della polizia.
L’aggressione l’altro giorno alle 16 nei bagni del mezzanino della rinnovata stazione ferroviaria. Qui si infilano la ragazza, una polacca di 24 anni, e il fidanzato, Niccolò D., 42 anni, originario di Catania. Appena arrivati con un volo giunto a Orio al Serio, hanno preso il pullman che collega lo scalo bergamasco con il centro cittadino. Prima di prendere alloggio in albergo, dopo tante ore di viaggio, avevano bisogno di una rinfrescata. La ragazza è china su lavandino quando si sente afferrare da dietro. Le intenzioni dell’aggressore sono chiare. La abbranca con violenza e le mani iniziano a frugare sotto i vestiti: inutile specificare in quali punti.
La giovane si dibatte ma le braccia del maniaco la stringono sempre più forte. Fino a quando con un ultimo sforzo riesce a liberarsi dalla stretta e correre a chiamare il fidanzato. L’uomo esce di corsa dal bagno e si lancia sul bruto per bloccarlo. Rimediando un violento pugno al volto. Rimane semistordito, ma non molla la presa. Così quando dopo pochi istanti arriva la polfer, li trova ancora avvinghiati. La coppia, visibilmente scossa, si reca nella sede della polizia per il verbale. Dopo di che lasciano la Centrale diretti in albergo per proseguire la loor breve vacanza.
Anche il maniaco finisce nei locali Polfer, ma con grande fatica. Recalcitra, cerca di colpire gli agenti. Anche in ufficio non dà tregua, sputi e insulti, calci e pugni. Una furia scatenata. Un agente rimarrà leggermente contuso e avrà bisogno di cure mediche. Alla fine viene identificato come un greco Eleftherios Boroutglou, ha 45 anni e nessun precedente alle spalle. Anzi: di solito la fauna che si aggira dentro e fuori la stazione è ormai ben nota al personale della «Ferroviaria», ma questo cittadino ellenico risulta un perfetto sconosciuto. Deve essere arrivato da pochissimo.

Ma si è già fatto conoscere, e con un lunghissimo l’elenco dei reati consumati in breve tempo: violenza sessuale, lesioni personali, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento di materiale dello Stato. Finisce a San Vittore e per lui si prospetta una pesante condanna.

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