Agli arresti l'uomo dei Di Pietro L'ex pm: lo trasferii. Ma è giallo

Il leader di Idv dice di aver saputo nel 2007 dell’indagine di Napoli su Mautone. Ma la fuga di notizie è del 2008. Chi era la sua fonte?

Ma chi è la fonte di Antonio Di Pietro? A proposito del coinvolgimento nell’appaltopoli napoletana dell’ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise Mario Mautone, l’ex pm ha rivendicato di meritarsi addirittura «una medaglia». Il leader Idv ha infatti sostenuto che, quando ancora era ministro delle Infrastrutture, e cioè nel 2007, avrebbe appreso di «avvisaglie» di un’indagine in corso a Napoli che riguardava quel dirigente, da ieri agli arresti domiciliari, e di averlo così trasferito per evitare che potesse nuocere. «Credo che la magistratura – ha osservato anche a Radio Radicale – sia stata ben contenta del fatto che nel portare avanti le indagini si potevano sentire più tranquilli perché non ci poteva essere più alcun pericolo di inquinamento probatorio». Ma chi ha detto all’ex pm dell’indagine sul «sistema Romeo» che all'epoca, estate 2007, nessuno conosceva? Per Di Pietro non c’è mistero: dice di aver appreso dell’inchiesta su Mautone dalle «agenzie di stampa». Che mai, prima della fine del 2008, ne hanno però fatto cenno. A dar retta al capo della Dda napoletana, Franco Roberti, indirettamente il mistero c’è eccome. «La primissima fuga di notizie risale alla fine di gennaio 2008», ha precisato ieri. Spiegando che da quel momento gli indagati hanno smesso di parlare, e che solo a quel punto «tutto si è bloccato». L’appalto in odor di pilotaggio sul Global service stradale intorno a cui ruota l’inchiesta, per esempio, procede spedito fino a un anno fa. E solo dopo si arena per mancanza di copertura finanziaria, tanto che per i pm questo è solo un escamotage degli indagati per tentare di sfuggire ai controlli. Eppure il leader dell’Idv già mesi prima sapeva tutto. Curioso, visto che sulle agenzie, in tutto il 2007, il nome di Mautone salta fuori solo per inaugurazioni di opere pubbliche, spesso insieme al figlio dell’ex pm, Cristiano, consigliere provinciale a Campobasso. Che i due fossero in rapporti lo ha confermato lo stesso ex provveditore: «Il figlio di Di Pietro mi telefonava per informazioni su lavori pubblici e mi segnalò professionisti molisani per commissioni di collaudo, e io lo feci». Esisterebbero anche delle intercettazioni (che non sono state depositate). Poi però il leader Idv ha scoperto – chissà come – le «avvisaglie» dell’inchiesta, e così le relazioni pericolose tra il suo delfino e il provveditore, cessarono. Di certo il ruolo di Mautone è centrale. E, checché ne dica Di Pietro, il trasferimento non sembra essere stato una misura efficace se è vero, come scrive la procura, che la sua condotta criminosa è proseguita quando Di Pietro era ministro ed è «tuttora in atto». Per gli inquirenti infatti Mario Mautone avrebbe, prima come provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, poi come «funzionario distaccato presso il ministero dei Lavori pubblici», compiuto «atti contrari ai doveri d'ufficio» per consentire a imprese riconducibili ad Alfredo Romeo «l’aggiudicazione di appalti pubblici banditi dalle più diverse amministrazioni pubbliche, comunali, provinciali e regionali». Ricevendo in cambio «per sé o per altri», denaro o altre «utilità economicamente valutabili»: dalle assunzioni di manodopera nelle imprese del Gruppo a sconti e agevolazioni per comprare case offerte ad amici «o comunque persone riconducibili al bacino clientelare del Mautone», fino al conferimento di «remunerativi incarichi professionali» nelle imprese della Romeo offerte a persone segnalate dall’ex provveditore. Ricapitolando: Di Pietro viene a sapere di questa inchiesta nell’estate 2007, lui dice grazie alle agenzie, ma di sicuro con mesi di anticipo persino rispetto alla fuga di notizie con cui la talpa – come ha confermato la Dda - informerà gli stessi indagati a gennaio del 2008. Di Pietro dice di aver «rimosso» Mautone per impedirgli di nuocere, ma secondo il gip che ha arrestato il funzionario i comportamenti illeciti sono proseguiti anche quando questi ormai era al ministero.

E sempre Di Pietro, prima di «disinnescare» a suo modo questo funzionario una volta che lo ritenne compromesso, aveva chiamato l’ex provveditore a far parte di una commissione per gli appalti autostradali nella primavera 2007. Negli stessi mesi in cui lo stesso Mautone racconta di aver spesso avuto rapporti con il figlio dell'ex pm.
GMC-MMO

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