«Agli imprenditori dico: investite in Ucraina»

Padre Maxim, milanese, aiuta i poveri dell’Est: «Con una fabbrica sopravvivono 10 famiglie»

Andrea Tornielli

«Imprenditori italiani, venite in Ucraina! È un vero affare impiantare una fabbrica qui...». Padre Maxim Mauritsson (don Massimo Cogliati), ha quasi ottant’anni e continua a fare la spola tra Kiev e Milano: raccoglie medicinali, vestiti, cancelleria, cibo in scatola, attrezzature mediche. Organizza la spedizione dei container e ogni anno riesce a far fare a circa 800 bambini ucraini le vacanze in località balneari dell’Europa occidentale. Milanese d’origine, svedese d’azione, invece di godersi la pensione vive stabilmente in Ucraina, insegnando nei seminari, organizzando case editrici, facendo concerti e - soprattutto - aiutando tanta povera gente a sopravvivere.
Il sacerdote ci riceve nel suo piccolo appartamento di via Sarpi, pieno zeppo di medicinali. E lancia un appello spiegando perché sia assolutamente conveniente investire in Ucraina. «Innanzitutto - spiega - un operaio guadagna in media cento euro al mese. Poi per registrare la ditta si fa tutto in un giorno, senza problemi. Io consiglio di andare nella regione di Ivano Frankovsk, nella zona occidentale che confina con la Polonia: sono aree che 150 anni fa facevano parte dello stesso impero al quale apparteneva il Lombardo-Veneto, vale a dire quello austriaco. La mentalità lì è occidentalizzata, non c’è corruzione. Gli investitori non hanno problemi ed è la regione stessa a fare delle proposte per possibili aree dove impiantare la fabbrica. Se chi investe in Ucraina produce vestiti, mobili o linoleum, può esportare i suoi prodotti dal Paese senza neanche dover pagare tasse doganali».
Padre Maxim si offre per aiutare e indirizzare gli investitori italiani. Perché? «Io trasporto molti aiuti. Ma se invece di dare un vestito a un povero padre di famiglia o regalargli una manciata di euro, posso offrirgli un lavoro, creo le condizioni perché il Paese si risollevi. Basta una fabbrica in uno di questi paesi di campagna per far sì che decine di famiglie sopravvivano». Don Mauritsson ci tiene a precisare che in Ucraina la manodopera è a buon prezzo, ma si trovano molti operai specializzati. Chi investe in quelle zone può confezionare prodotti di livello, a costi imbattibili. Il sacerdote continua a far arrivare in Ucraina una media di tre tir al mese, da Italia, Spagna, Svizzera, Germania, Svezia, Austria, Croazia. Organizza un sistema di adozioni a distanza: «Bastano 25 euro al mese, per adottare un bambino e per sostenere in questo modo tutta la sua famiglia». Padre Maxim è poi sempre alla ricerca di parrocchie o istituzioni che possano ospitare i bimbi ucraini per migliorare la loro salute: «Grazie all’acqua buona e al sole, si verifica una notevole riduzione del cesio radioattivo che hanno ereditato dai genitori colpiti dalle radiazioni di Cernobil, nel 1986». Chi fosse interessato a contattare don Maxim può farlo al numero 00380-44-2435745; l’indirizzo è vul.

Vandy Vasylevskoj 15, kv. I, 04117 Kiev - Ucraina. Si può adottare una famiglia povera o inviare un sostegno attraverso il conto corrente postale n. 51692200, intestato ad Aldo Villa (il cognato del sacerdote), via Bertini 6, 20154 Milano.

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