Agnoletto in campo attacca subito il Pd: «Vuole la torta Expo»

Promette una campagna elettorale all’attacco. E il primo a finire colpito dalle frecciate di Vittorio Agnoletto è l’aspirante del Pd alla Regione, Filippo Penati. La Federazione della Sinistra in Lombardia candida come presidente in Lombardia l’ex europarlamentare e portavoce storico degli antagonisti del Global social forum. E Agnoletto promette che sarà ad ogni dibattito fra i candidati per dimostrare che la sinistra in consiglio regionale «serve e serve per fare gli interessi della gente». Un esempio è l’Expo, dice, che a Milano «porterà una cascata enorme di soldi con il rischio di saccheggio e cementificazione. E quello che il Pd fa - attacca - è chiedere di sedersi al tavolo per vedere come si suddivide la torta». La domanda, ha rincarato la dose il portavoce nazionale della Federazione, Paolo Ferrero, «non è chi vincerà, perché Penati frantumando l’opposizione ha deciso che Roberto Formigoni deve continuare ad essere presidente. La domanda da farvi è: quando avete una battaglia da fare contro la privatizzazione dell’acqua, l’inceneritore che vogliono costruire davanti a casa vostra, contro la chiusura della vostra fabbrica avete qualcuno in Consiglio che vi dà ascolto o nessuno? Per questo bisogna votare Agnoletto e la lista della sinistra».
Penati non digerisce le «sparate offensive» del suo avversario e le critiche al mancato accordo elettorale. «Non si è consumata nessuna rottura con la sinistra - ha ribadito - perchè non c’era niente da rompere. Sono loro che si sono chiamati fuori quando alle ultime amministrative hanno deciso di correre da soli in tutte le province e quando ci hanno fatto non una proposta di discutere il programma per governare ma solo che consentisse loro di eleggere un consigliere». Facendo parte della coalizione del centrosinistra, infatti, la soglia di sbarramento per la Fds sarebbe stata ben al di sotto del 3%.


«Il mio obiettivo - ha aggiunto Penati - è offrire alla Lombardia, anche agli elettori più radicali, una alternativa al governo Formigoni e non sarà con le sparate offensive di Agnoletto che li convincerà a tornare a votare per Rifondazione». La guerra è aperta.

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