da Roma
A Ginevra sullagricoltura fallisce il negoziato sul commercio mondiale, a Roma il governo va sotto sulle bio-masse: prodotti di scarto delle lavorazioni agricole. È tornata la lobby agricola, quella che faceva e disfaceva governi nella prima Repubblica? Forse è presto per dirlo. Di certo, complici gli alti prezzi delle materie prime agricole, forse qualche pensiero espansivo il Palazzo dellAgricoltura lha fatto.
«In effetti - spiega un dirigente di unorganizzazione agricola - nel mondo la lobby agricola, proprio per i livelli delle quotazioni, ha alzato la testa. Oltre alla vicenda del Wto, basta guardare cosè successo in Argentina; con gli agricoltori che hanno costretto alla ritirata il presidente. Ma da noi, no. La lobby agricola non è più quella di una volta. La Federconsorzi non cè più. Oggi per finanziare le iniziative bisogna accontentarsi dei 3,6 milioni di euro messi a disposizione dalla Commissione Ue a favore dei consumatori».
E per misurare il peso specifico dellAgricoltura nel Palazzo della politica si aspetta la legge finanziaria, per vedere se vengono o meno confermate le agevolazioni già previste. E se ad Arcore si cena parlando del problema delle quote latte, un motivo ci sarà.
Forte o non forte, comunque, quellemendamento sulle bio-masse al decreto milleproroghe (approvato ieri definitivamente dal Senato) un favore agli agricoltori lo fa. Eccome. Soprattutto da un punto di vista fiscale.
Grazie proprio a quellaggiunta «combustibili sintetici», che altri non sono che le bio-masse, gli agricoltori che producono scarti di produzione quale additivo ai carburanti verdi possono contare su uno sconto dell80% dellaccisa.
Non solo. Ma sempre grazie a quella postilla proposta dalla democratica Giuseppina Servodio e votata da mezza maggioranza della Commissione agricoltura per errore, il mondo agricolo che produce bio-masse può accedere ad unaccisa ridotta fino a un ammontare annuo massimo di 73 milioni di euro; e fino al 2011.
Senzaltro sarà come dice quel dirigente del mondo agricolo («la lobby agricola è forte, ma non in Italia»), ma quellemendamento che ha mandato sotto il governo non ha rappresentato certo un danno per le campagne.
Quella del mondo agricolo, però, non è lunica lobby che ha lasciato il segno in questo scampolo di manovra economica. Basta osservare quel che è successo per i precari delle Poste.
Lemendamento al decreto sulla manovra è stato scritto in modo eccessivamente estensivo alla Camera; e ora al Senato la maggioranza è intervenuta per limitarlo esclusivamente ai lavoratori assunti con contratti atipici. E nella sostanza, a solo uso e consumo dellazienda guidata da Massimo Sarmi.
Fra laltro, per quelli che avevano già vinto un grado di giudizio i sindacati avevano già raggiunto un accordo con lazienda per trasformare il loro contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Una sanatoria determinata dalla circostanza che negli anni passati (appena trasformate le Poste in Spa) gli organici dellazienda si sono gonfiati di lavoratori atipici; e questi hanno avuto facile gioco a chiedere davanti al giudice del lavoro (e a vederselo riconosciuto) il diritto a un contratto a tempo indeterminato. E chissà quanti altri casi di assalti alla diligenza (oltre ai due citati) ci sarebbero stati se Tremonti non avesse scelto di anticipare la manovra triennale a prima dellestate.
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