Agricoltura, Europa contro tutti al Wto

da Milano

Tanto per cambiare è battaglia all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e tanto per cambiare si rischia un fallimento nelle trattative sugli aiuti agricoli che sono iniziate quattro giorni fa a Hong Kong: ancora ieri, a distanza di due giorni dalla prevista conclusione del round negoziale, le posizioni restavano distanti mentre i protagonisti delle trattative si scambiavano accuse reciproche. «Nella Commissione Ue ci sono posizioni condivise - ha detto il sottosegretario Paolo Scarpa Bonazza Buora - c’è una posizione ferma ad adottare un parallelismo tra le concessioni Ue e le contropartite degli altri Paesi sia in agricoltura sia in altri settori. Noi non abbiamo trovato disponibilità da parte americana in materia agricola. Filtrano però indiscrezioni su improponibili e inaccettabili innovazioni. Pare siano scomparse le indicazioni geografiche come lista minima di denominazioni di origine da proteggere contro ogni eccezione».
Pessimista è sembrato essere invece il commissario europeo Peter Mandelson: «Non voglio prospettare un fallimento per Hong Kong - ha detto - ma non vedo l’interesse di sottoscrivere un accordo finale che non farebbe altro che sancire delle ambizioni ridotte». Gli ha fatto eco la posizione di Washington, che sul fronte opposto ha riconosciuto che gli Usa «non sono soddisfatti della piega presa dai negoziati». D’altro canto i margini di manovra per l’Europa sono ridotti e mettono la Commissione in una posizione «molto difficile», come ha affermato il ministro dell’Economia tedesco Michael Glos: la maggior parte dei Paesi presenti a Hong Kong chiede che Bruxelles riduca gli aiuti all’agricoltura. «Ancora una volta la patata bollente si trova nelle mani Ue - ha detto Bonazza Buora nel suo intervento alle trattative - l’esito finale del negoziato viene in buona sostanza condizionato dalla fissazione della data finale entro la quale eliminare i sussidi all’esportazione. Potrebbe essere utile - ha ribadito con forza - ricordare che a Doha si stabilì il principio della eliminazione non solo delle restituzioni all’export ma di ogni altra forma di sostegno equivalente. Eppure è solo l’Unione europea a trovarsi sul banco degli imputati: ho l’impressione che il famoso parallelismo sia una mera dichiarazione di principio alla quale non conseguono per ora fatti concreti e apprezzabili».
E c’è allarme nelle organizzazioni agricole: «La lotta all'agropirateria deve restare un passaggio fondamentale del negoziato della Wto in corso ad Hong Kong per garantire un commercio leale e salvaguardare le produzioni tradizionali dalle contraffazioni internazionali» ha affermato la Coldiretti, con riferimento a un possibile disimpegno sulle indicazioni geografiche.

«L'agricoltura europea non può diventare merce di scambio rispetto ad altri settori. Ha già fatto la sua parte e ora, per andare avanti nel negoziato, occorrono adeguate contropartite agricole da parte degli altri Paesi» ha dichiarato Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura.

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