Sottosegretario Carlo Giovanardi, il direttore del dipartimento delle Dipendenze di Milano lancia lallarme droga nelle aziende. È un fenomeno che le è noto visto che lei, alla presidenza del Consiglio, ha anche la delega per il contrasto alle Tossicodipendenze?
«Sullargomento dirò di più. Cè di dice che la bolla speculativa che ha travolto le borsa americana sia stata provocata da manager rampanti che sotto leffetto della coca avevano perso completamente il senso della realtà».
Ma in Italia cosa succede?
«Nelle comunità di recupero se ne vedono di tutti i colori. Sotto il peso della cocaina crollano professionisti, medici, manager. Chiedono aiuto perché non riescono più a gestire la vita privata e il lavoro».
E tra i politici?
«Guardi Marrazzo, il presidente uscente della regione Lazio. Lui ha dichiarato che quando andava con i trans era sotto leffetto della coca, non capiva nulla, era imbambolato quindi non in grado di realizzare quello che stava facendo».
Lei offre un quadro allarmante della nostra classe dirigente.
«Le droghe purtroppo dimostrano la loro forza interclassista. Picchiamo nei quartieri poveri e disagiati e ci sono fiumi di droga nei quartieri bene delle grandi città».
Ma qui parliamo di un disagio diffuso nelle aziende.
«Ci è ben chiaro lallarme. E noi, con questo governo, abbiamo provveduto a rendere esecutiva la norma che obbliga i controlli di tutte le categorie a rischio».
Che sono?
«Camionisti, carrellisti nelle aziende, autisti di bus, piloti, professioni a rischio. Per queste categorie è obbligatorio il test antidroga».
Mancano i manager.
«Certo, è allarmante pensare che anche i dirigenti possano alterare la loro capacità di giudizio a causa delluso di droghe».
Su di loro niente controlli?
«Per loro valgono le stesse regole dei parlamentari: lobbligo di controllo non cè, esiste un delicato problema di privacy da superare».
Ma il problema resta e anzi, peggiora.
«Quello che noi possiamo fare è restringere sempre più le maglie. Ora chi deve prendere la patente o il patentino è obbligato a fare il test antidroga e con il controllo del capello si va indietro nel tempo in fatto di uso di sostanze stupefacenti. Non basta lastinenza di una settimana».
Lei parla da politico.
«Il dirigente lo si può tenere o lo si può mandare via. Se avessi dei dubbi su un manager gli direi o fai il test antidroga o te ne vai. O ti curi o ti cerchi un altro posto di lavoro».
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