Città del Vaticano - Bagnasco contro tutti. I media hanno strumentalizzato le parole del Papa sull’Aids e le hanno offerte in pasto a quanti sulla base dei loro resoconti hanno decretato contro di lui "un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici". È durissimo il cardinale Angelo Bagnasco riguardo alla polemica sui preservativi che, afferma nella prolusione al consiglio episcopale permanente, "francamente non aveva ragione d’essere" ma ha sovrastato "fin dall’inizio" il viaggio di Benedetto XVI in Africa "nell’attenzione degli occidentali". Rilevando che in proposito "sui media africani non si è riscontrato alcun autonomo interesse" il presidente della Cei addita responsabilità precise per quanto è accaduto: "L'insistenza pregiudiziale delle agenzie internazionali e le dichiarazioni di alcuni esponenti politici europei o di organismi sovranazionali, cioè di quella classe che per ruolo e responsabilità non dovrebbe essere superficiale nelle analisi né precipitosa nei giudizi. L’irrisione e la volgarità tuttavia non potranno far mai parte del linguaggio civile, e fatalmente ricadono su chi li pratica" continua il porporato che ipotizza tra le ragioni dell’incidente il fatto che in Europa "si intendesse non lasciarsi disturbare dalle problematiche concrete che un simile viaggio avrebbe suscitato, specie in una fase di acutissima crisi economica che richiede ai rappresentanti delle istituzioni più influenti una mentalità aperta e una visione inclusiva. Non ci sfugge tuttavia che nella circostanza non ci si è limitati ad un libero dissenso - dice Bagnasco che - sommessamente ma con energia - assicura a nome di tutti i vescovi italiani - non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso". Mentre la "dinamica contestativa" che si è rappresentata in questo come in altri analoghi casi recenti, "per le forme subdole che talora assume ma anche per gli appoggi clamorosi di cui gode, è una delle tracce che ci portano a identificare la cifra più marcata del nostro tempo qual è il secolarismo".
Biotestamento Secondo il presidente della Cei dopo il caso di Eluana Englaro "spetta alla politica agire nell’approntare e varare, senza lungaggini o strumentali tentennamenti, un inequivoco dispositivo di legge che preservi da altre analoghe avventure". Bagnasco lo ha affermato aprendo i lavori del consiglio permanete della Cei, in corso fino al 26 marzo. Nel drammatico epilogo di Eluana, per Bagnasco rappresenta "una componente grottesca il fatto che si sia tentato di far passare la tribolata vicenda, con profili in realtà civilmente tanto rilevanti e potenzialmente tanto intrusivi rispetto al vissuto di ciascuno, come mera conseguenza di un altolà della Chiesa, ossia come un’iniziativa di polemica ideologica, quando di ideologia qui non c’era nulla, ma solo concretezza palpitante di vita e pertinenza all’umano dell’uomo".
E questo "benchè Eluana non fosse attaccata ad alcuna macchina, dato che l’opinione pubblica ha scoperto solo con grande fatica, e benchè sia da tempo invalso nei vari ambiti della nostra vita sociale quel saggio 'principio di precauzione' per il quale nulla di irripristinabile va compiuto se i dati scientifici non consentono una valutazione obiettiva del rischio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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