Air One vince, la gara per Volare va rifatta

da Milano

La gara per l’acquisizione della compagnia Volare group (che comprendeva la low cost Volare Web e la compagnia charter Air Europe) va rifatta. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato rigettando la richiesta di Alitalia di revocare la decisione con cui gli stessi giudici di Palazzo Spada, il 3 marzo, hanno ordinato al commissario straordinario di Volare, Fabio Franchini, di indire entro 30 giorni una nuova gara. Alitalia si era aggiudicata Volare il 17 marzo del 2006.
A chiedere la ripetizione della gara è stata Air One. Alitalia aveva impugnato, chiedendone la revoca, la sentenza con cui il 3 marzo il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Air One che chiedeva la ripetizione della gara. Su istanza di Air One, che si era piazzata seconda in graduatoria, i giudici avevano annullato il provvedimento con cui, il 30 gennaio di quest’anno, il direttore per la politica industriale del ministero per lo Sviluppo economico aveva autorizzato Franchini a «riassegnare» la gara ad Alitalia.
Il Consiglio di Stato aveva inoltre ordinato al commissario straordinario di Volare di indire entro trenta giorni il nuovo bando, stabilendo, «in caso di perdurante inerzia», la nomina come commissario ad acta del «direttore generale per la politica industriale del ministero per lo Sviluppo economico».
Il collegio deve invece ancora pronunciarsi sull’istanza avanzata in via incidentale da Franchini per chiedere chiarimenti sulla procedura da seguire per indire la nuova gara. A questo punto per Alitalia resta la strada del ricorso alle sezioni unite della Cassazione per sollevare il difetto di giurisdizione del Tribunale amministrativo a giudicare sulla materia. Secondo quanto si apprende, l’ipotesi è al vaglio dei legali della compagnia. Resta comunque aperta la causa civile intentata da Air One per ottenere l’annullamento del contratto con cui, il 13 aprile 2006, su autorizzazione del ministero delle Attività produttive, il commissario straordinario di Volare group cedette ad Alitalia il complesso aziendale.
Sviluppi anche sulla battaglia legale tra Sea e Alitalia, dopo il trasferimento di decine di voli dall’aeroporto di Malpensa a Fiumicino. Ora Alitalia chiede i danni alla Sea (che gestisce gli aeroporti milanesi) contestando inadempimenti «sugli obblighi di sviluppo dell’aeroporto milanese». Ci sono stati anche, dice una nota di Alitalia, «gravi danni reputazionali relativi al perturbamento del recente processo di privatizzazione». «Nel rispetto dei termini processuali - ha comunicato ieri la compagnia - Alitalia si è costituita nel giudizio avanti al Tribunale di Busto Arsizio promosso dalla Sea, unitamente alla sua controllata Sea Handling».
Il controricorso di Alitalia «mostra come il danno emergente (100 milioni di euro di richiesta) non sia riscontrabile in quanto tutti gli acquisti e gli investimenti di Sea sono perfettamente compatibili con l’utilizzo dell’aeroporto da parte di ciascun altro vettore passato e futuro, dimostra come ogni valutazione di cosiddetto lucro cessante (1.100 euro) sia esclusa dalla mancanza di alcun vincolo pluriennale, e tanto meno più che trentennale, di legame fra Sea e Alitalia».


Il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, ha subito replicato che «a una prima lettura, peraltro, già si rilevano gravi inesattezze nella ricostruzione dei fatti» in riferimento all’atto depositato dalla compagnia aerea.

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