«Due, tre, quattro voti». Non si può dire che sia generosa la stima di Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore del Popolo della Libertà, sulla capacità di attrazione elettorale a Milano del cosiddetto Terzo polo, che alle Comunali candida un ex esponente di Forza Italia come Manfredi Palmeri. Impietoso La Russa, ma la sua previsione sembrerebbe avvalorata proprio da «Futuro e Libertà», che ha deciso non presentare una sua lista nella seconda città dItalia (a differenza di quel che farà lUdc, in campo con le sue insegne). I finiani, insomma, non vogliono e non possono pesarsi elettoralmente a Milano, e preferiscono diluire i loro voti (prevedendo che non saranno molti) in un calderone civico-politico ispirato dal filosofo ex Pci, Massimo Cacciari.
Per capire le ragioni di questo bassissimo profilo scelto dagli uomini di Fini a Milano bastava guardare e sentire la platea del teatro San Babila, dove La Russa, insieme al sottosegretario Alfredo Mantica, ha voluto organizzare una giornata dedicata al Giorgio Almirante, storico leader del Movimento sociale italiano: un teatro pieno, con gente rimasta fuori per ragioni di sicurezza, e un teatro convinto della scelta fatta dal gruppo dirigente di Alleanza Nazionale, e poi sconfessata dallo stesso Fini: entrare nel Pdl, essere protagonisti dentro un centrodestra più grande.
Una scelta che tutta la componente di destra del Pdl ha ricondotto ad Almirante rintracciando, nella sua lunga e complessa storia di leader politico, la capacità di «immaginare il futuro», quella evoluzione che si sarebbe compiuta negli anni, proprio fino alla nascita del Pdl, guidato da un leader come Silvio Berlusconi che - lo ha detto il coordinatore regionale Mario Mantovani - «come Almirante rappresenta la vera storia italiana».
Una scelta che hanno confermato in pieno Riccardo De Corato, rivendicando «una coerenza che oggi non ritroviamo in coloro che, tradendo i valori fondamentali, hanno abbandonato il Pdl per Fli». E Massimo Corsaro, vicepresidente dei Deputati del Pdl. Ma anche Massimo Turci, capogruppo in Provincia, e il sottosegretario Daniela Santanchè. E poi Viviana Beccalossi, vicecoordinatore regionale e Carlo Fidanza, europarlamentare. E ancora Umberto Maerna, per arrivare - anagraficamente - alla Giovane Italia di Anton Luca Romano.
E guardando, di nuovo, al futuro della destra italiana e milanese, ancora La Russa - senza farne una battaglia strumentale - concede unaltra previsione: «Sì, prima o poi ci sarà una via Almirante». Perché «il tempo è galantuomo».
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