Akin, il turco di Amburgo alfiere dell’integrazione

Non ditegli che il suo è solo cinema di emigrazione perchè Faith Akin vi risponderà che è sbagliato circoscrivere o generalizzare quello che è semplicemente cinema. Eppure vai a vedere le opere girate da questo tedesco del ’73, nato ad Amburgo da genitori turchi, e ti accorgi che, gira e rigira, si finisce sempre per parlare di accoglienza, di patria d’origine, di adattamento (difficile) a costumi differenti. In un certo senso, ricorda il geniale Guédiguian per quella capacità di raccontare storie «minime», trasformando gli invisibili in «eroi». Akin fa danzare i suoi protagonisti in una sorta di balletto dove la voglia di essere rapidamente integrati nella nuova realtà entra in collisione con la volontà di restare aggrappati alle proprie origini che mai devono essere sacrificate. Dal oggi all’1 agosto, la Cineteca Italiana saluta, prima della pausa estiva, i milanesi con un significativo «Omaggio a Fatih Akin», attraverso una retrospettiva che proporrà la visione di cinque titoli del giovane regista, salito recentemente alla ribalta con l’ispirato Soul Kitchen. Proprio la pellicola (stasera alle 21.30 con replica domenica alle 17.15) vincitrice del premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2009 è il fiore all’occhiello della rassegna allo Spazio Oberdan della Provincia di Milano, viale Vittorio veneto 2. Protagonista del film, ambientato ad Amburgo, è un cuoco di origine greca che gestisce il poco frequentato ristorante Soul Kitchen. Intorno a lui e al suo locale ruotano figure pittoresche come il fratello ladro, la fidanzata giornalista che vuol partire per la Cina, una cameriera aspirante artista. Un giorno, a causa di un’ernia al disco, è costretto ad assumere uno stravagante chef di haute cuisine che, grazie anche alla musica soul di sottofondo, rilancerà l’attività. Come da rivedere è certamente il bellissimo La sposa turca (28/7 e 31/7) che vinse, nel 2004, l’Orso d’oro al Festival di Berlino. E’ la storia di una ragazza di origini turche che dopo un tentativo di suicidio chiede a un alcolizzato turco di sposarla per sottrarla alla severità della famiglia. E’ una chicca In July (24/7 e 1/8), secondo lungometraggio di Akin (2000), che racconta il viaggio on the road di un insegnante di fisica che parte da Amburgo per raggiungere la fidanzata turca a Istanbul.

Del 2005 è Crossing the Bridge - The sound of Istanbul (25/7): un documentario sul compositore Alexander Hacke. Infine, Ai confini del paradiso (30 e 31 luglio) getta ancora un ponte tra Turchia e Germania, ideale summa del verbo di Akin (www.cinetecamilano.it).

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