«Senza il reparto di ostetricia, muore unintera comunità»: è il grido dallarme lanciato dallassessore comunale ai Servizi sociali di Albenga, Eraldo Ciangherotti, che chiede agli amministratori dei Comuni del comprensorio di unirsi alla battaglia per tutelare un servizio definito «indispensabile» anche per la popolazione della Valle Arroscia e dellalta Val Pennavaire. «Il nostro territorio - aggiunge Ciangherotti - non può essere penalizzato con la mancata apertura dellostetricia allospedale Santa Maria della Misericordia. Promessa che la Regione, per voce del presidente Burlando e dellassessore Montaldo, aveva garantito con l'impegno di attivare nel giro di pochi mesi dallinizio della legislatura il punto nascite ad Albenga. Inoltre - insiste lassessore Ciangherotti non possiamo pensare che allospedale di Albenga, struttura appena inaugurata con apparecchiature d'eccellenza, i pazienti vengano accettati in pronto soccorso e selezionati in base alla disponibilità di una rianimazione che lavora solo cinque giorni alla settimana».
Parte così lappello ai Servizi sociali rivolto agli amministratori del territorio: «Lavoriamo insieme, per la nostra gente. Lavoriamo insieme, perché ad Albenga tornino al più presto lostetricia e la rianimazione sette giorni su sette». In ogni caso, Ciangherotti tiene a smentire le «voci» circolate in questi giorni in Regione. Prima di tutto, «non cè stata nessuna morte per parto all'Ospedale S.M. Misericordia», come ha spiegato la dottoressa Gisella Airaudi, responsabile della struttura semplice di ginecologia al nosocomio ingauno e in servizio come ginecologa al Santa Corona di Pietra Ligure, sconfessando le tesi del consigliere regionale dell'Idv, Stefano Quaini. E' bastato poi un semplice conteggio, per smentire la Regione anche sui dati scientifici tirati in ballo dallo stesso Quaini.
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