Bisogna dimostrare credibilità, coerenza, competenze nell’amministrare la città con la propria storia, a avere dei valori. Parola del sindaco. Guai a parlare di voto politico, però: «I milanesi sono chiamati a votare chi amministra la città per il bene comune - spiega Letizia Moratti - non è un voto politico o di partito ma per chi amministra. La votazione avviene sulla base dei programmi». Letizia Moratti il dream team, la squadra di governo ce l’ha già in mente, e l’annuncerà oggi. Gabriele Albertini vicesindaco? «Stiamo parlando con lui». Mantiene il riserbo l’ex sindaco che ai microfoni di Radio2 si limita a offrire la sua disponibilità: «Io vicesindaco? Deciderà il sindaco quando vincerà. Vediamo come andrà, io sono pronto a collaborare anche dopo». Intanto lontano dai riflettori si intrecciano trattative e manovre: da giorni si parla di Paolo del Debbio come possibile assessore alla cultura, in lizza ci sarebbe anche il ministro della Difesa Ignazio la Russa. Proprio ieri il ministro è tornato a incalzare l’avversario: «Pisapia dica subito se vuole i soldati a pattugliare le vie di Milano».
La lady di ferro, rimasta sola negli studi di Skytg24, è più determinata che mai a spiegare ai milanesi la sua visione della Milano del futuro, ispirata dai valori della sicurezza, dell’accoglienza nella legalità, della famiglia, dello sviluppo urbanistico, del lavoro. Visto che Giuliano Pisapia, non si è presentato al confronto elettorale alla vigilia del ballottaggio, dopo la bagarre finale di due settimane fa, si prende la briga di illustrare anche il programma del suo avversario: «Mi scuso sulle modalità con Pisapia - spiega il sindaco - per rispetto degli elettori, perchè abbiano la possibilità di confrontare i programmi e di capire le differenze che ci sono e sono profonde». Per togliere qualsiasi alibi all’avvocato, che fino a due settimane fa accusava il sindaco di sfuggire al confronto e che ieri ha preferito allo studio di Carelli la tv del Corriere della Sera, Letizia Moratti gli ha comunque spedito una lettera di scuse.
Proprio la coerenza è uno dei principali difetti della coalizione del centrosinistra: «C’è un problema di credibilità» attacca la lady di ferro. L’esempio? Le politiche ambientali. «Noi abbiamo deciso che Ecopass sarà gratis ai milanesi - continua -. Ma Ecopass, come misura di contenimento del traffico era nel nostro programma. Su questo Pisapia si contraddice: prima conferma di voler tenere Ecopass e anzi di volerlo allargare, poi dice che lo cancella, ieri invece Stefano Boeri ha detto che la tassa di circolazione è contenuta nel loro programma. C’è un problema di credibilità». Ma questo non è l’unico caso: giravolte si possono ammirare anche sul piano di governo del territorio. «Ho sentito Majorino che dice che vanno fatte riforme profonde nel Piano, il che significa farlo partire fra tre anni e Boeri parlare diversamente, mentre il Pgt per noi significa sviluppo della città, occupazione, lavoro, infrastrutture, riqualificazione di aree dimesse, opportunità di alloggi e centinaia di migliaia di posti di lavoro».
Centrosinistra in stato confusionale anche sul tema della moschea: «Pisapia non ha detto dove vuol costruire la moschea e con quali paesi ha stretto degli accordi. La costruzione della moschea è una questione di sicurezza, valore che per noi è fondamentale, e non di libertà di culto che è già garantito - spiega il sindaco.- in un periodo come questo in cui il terrorismo e l’instabilità del mondo islamico è un pericolo per tutti. Credo che senza regole chiare accordi con il governo che garantisca la sicurezza di quel luogo sarebbe inopportuno pensare a un centro islamico».
Tra i temi toccati anche la famiglia «nei primi cento giorni di governo noi confermeremmo il bonus per le mamme mentre nel programma di Pisapia c’è il sostegno per le donne che interrompono la gravidanza. Noi parliamo di famiglie, nel suo porgramma è una parola che compare pochissimo, parla di comunità affettive».
Si dice «serena» Letizia Moratti alla vigilia del ballottagio grazie alla «consapevolezza di avere di fatto tutto quello che si poteva fare in un momento di crisi economica difficilissima».
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