Albertini spacca il Pd e il terzo polo

«Un incontro interlocutorio» lo definisce Savino Pezzotta, coordinatore regionale dell’Udc. Parla dei colloqui romani dell’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, che ieri mattina alla Camera ha visto Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini e Francesco Rutelli. «In quest’ordine», come puntualizza il protagonista del corteggiamento politico, noto per la sua meticolosa precisione. Più volte ha già fatto sapere di volere una copertura del Pd sulla fascia sinistra.
Al momento non se ne fa nulla, anche se l’appuntamento è rinviato al 27 novembre a Milano, a una tavola rotonda organizzata al Teatro Parenti dal Centro di formazione politica di Massimo Cacciari. Prove di terzo polo: tra gli ospiti, accanto ad Albertini, Casini, Rutelli, il finiano Benedetto Della Vedova e Luca Cordero di Montezemolo. Attesa che potrebbe concludersi con un ulteriore diniego, come già accaduto alla convention milanese del Fli al Teatro Derby. Molti attendevo il salto del fosso da parte di Albertini e sono rimasti delusi.
Il Pd milanese non gli ha certo spalancato le braccia, per non dire che gli ha sbattuto la porta in faccia. Difficile ipotizzare altro, dal momento che i piddini sono stati all’opposizione durante i suoi due mandati. Tuona Filippo Penati: «Uniti con Pisapia per sconfiggere la Moratti. Nessun cedimento ad Albertini. L’esito delle primarie è stato chiaro. Nessuno ora osi metterne in discussione il risultato» Il vicepresidente del consiglio regionale e appena dimissionato capo segreteria di Pierluigi Bersani è durissimo: «No ai guastatori che si muovono al riparo di uno scranno in parlamento». Nessuna lusinga da parte del “rottamatore” Giuseppe Civati: «Al momento l’ipotesi Albertini non ci riguarda. Riteniamo Pisapia un candidato forte e intendiamo sostenerlo». Anche se a livello romano si arrivasse a un qualche accordo o a una specie di desistenza, Albertini dovrebbe vedersela con l’opposizione del partito sul territorio.
L’ex sindaco sa di dover fare i conti con divisioni dei finiani milanesi, alcuni dei quali vorrebbero continuare a restare in giunta con Letizia Moratti. E anche nell’Udc c’è chi gli preferirebbe altri candidati come l’ex prefetto di Milano, Achille Serra. Puntualizza il coordinatore regionale Pezzotta «se lui è disponibile bene, ma ci sono anche altri. Lui è una persona interessante, ma abbiamo parlato con una serie di personaggi importanti della città di Milano».
Nonostante Albertini non abbia affatto sciolto le riserve, sfodera ottimismo Bruno Tabacci di Api: «Credo che ci sia grande spazio per una sua candidatura e se poi dovesse incrociare la caduta del governo Berlusconi, credo che per la Moratti sarebbe ancora più difficile la partita contro Albertini. I milanesi sono come i siciliani, certe cose le annusano...».

Al momento Albertini non sembra aver fiutato la vittoria. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, confida che non lascerà il Pdl: «Mi auguro che rimanga con noi: il TErzo Polo non avrà fortuna neanche a Milano».

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