Gli incidenti stradali sono ormai allordine del giorno. Il 70 per cento dei ricoveri al pronto soccorso sono dovuti alle stragi sulle strade italiane. E questa è una triste realtà di cui bisogna prendere atto. Si può e si deve intervenire, però, quando si scopre che la maggior parte di questi incidenti sono dovuti allabuso di alcool e droghe da parte dei conducenti.
I dati alla mano sono allarmanti: da marzo a settembre 2008, su 74 guidatori (di auto e moto) arrivati al Trauma Center dellospedale Niguarda di Milano, il 50 per cento era positivo alletilometro e al test per le droghe. Il 70 per cento di questi guidatori sono per lo più uomini sulla quarantina. Nello specifico, nel 22 per cento si riscontra un eccesso di alcool, nel 20 per cento un abuso di cocaina e altre sostanze e nel 15 per cento la presenza di entrambe le cose.
Lo studio, frutto della collaborazione tra il dipartimento emergenza e accettazione (Dea) dellospedale Niguarda e la polizia locale, è stato presentato ieri dal dottor Osvaldo Chiara, direttore del Trauma team dellospedale. «La sensazione - spiega Chiara - è che il fenomeno sia più diffuso di quanto si possa immaginare, quindi lattenzione deve aumentare perché non è ancora sufficiente».
Il Dea è nato nellagosto del 2002 e fortunatamente ha portato buoni risultati. Infatti negli anni Novanta le morti evitabili erano del 42 per cento, percentuale ridotta al tre per cento grazie al lavoro del team della struttura milanese. «Questo è stato possibile - continua Chiara - grazie allintegrazione e alla collaborazione tra ambulanze e ospedali». Ci sono 450 traumi maggiori per un milione di abitanti allanno, quindi circa milleduecento casi in dodici mesi. Grazie al sistema integrato, il paziente viene valutato dal 118 e poi centralizzato in un ospedale che ha le giuste competenze per curarlo in modo adeguato. Dal momento del trauma al trattamento non si ha più di unora (la «golden hour» nel gergo dei medici) per identificare il problema. «Se così non fosse - spiega il responsabile del Trauma Team - il paziente rischierebbe di finire in una clinica dove magari mancano gli specialisti adatti per la giusta cura».
Anche se la mortalità è diminuita, ci sono però ancora dei problemi da risolvere. Innanzitutto bisogna aumentare i mezzi di controllo sul territorio e cercare di agire sulla prevenzione. Questo può avvenire attraverso una collaborazione con la polizia locale che ha il compito di identificare quali sono i luoghi più a rischio e tenerli sottocchio. Inoltre il cosiddetto «registro traumi» va comunicato alle istituzioni che devono agire.
In Italia ci sono 5 Trauma Center: a Bologna, Cesena, Parma, Roma e Milano.
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