Alcol bandito da Milano, almeno per i minori. Questa lintenzione dellassessore alla Salute del Comune, Gianpaolo Landi di Chiavenna, che sta studiando il testo dellordinanza che vieta la vendita di alcol ai ragazzi minori di 16 o di 18 anni. Tutti gli esercizi commerciali, bar, locali, supermercati, piccoli spacci di quartiere, camion-bar saranno tenuti a chiedere la carta di identità ai ragazzi prima di battere lo scontrino. Nel mirino dellordinanza anche i distributori automatici di birre e vino, come quello di via Cadibona, nei pressi dellOrtomercato. Altro che documento, lì basta inserire una moneta e il gioco è fatto: Chardonnay e Cabernet sono serviti, a seconda dei gusti. In realtà una delle ordinanze firmate dal sindaco Moratti a novembre sanziona gli abusi di alcol quando crea situazioni di pericolo. E sono già 59 le sanzioni, da 5.900 euro ciascuna, che sono state comminate.
Ora però, Milano si candida a diventare, dopo Monza, il secondo comune a vietare anche la vendita. Il motivo: il consumo e labuso di bevande alcoliche tra i ragazzini, con il conseguente rischio per la loro salute. Sono in aumento i giovani tra i 14 e i 17 anni che bevono, ma in allarmante crescita sono i «binge drinker» («bevitori fino allubriacatura»): il 60% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni si è ubriacato almeno una volta. «Si stanno diffondendo - spiega Landi di Chiavenna - tra i giovanissimi i casi di dipendenza dallalcol e le malattie collegate, cardiovascolari, epatiche e danni celebrali».
Non teme che di questo passo Milano diventi la città dei divieti? «Ho avuto mandato dal sindaco di fare politiche per tutelare la salute dei cittadini mettendo divieti quando occorre».
Non solo divieti però: da mesi lassessore Landi sta mettendo a punto un programma di prevenzione «bere responsabile» in collaborazione con Martini Rossi, Assem, lassociazione di servi per la moda e gestori dei locali della movida. I ragazzi verranno invitati a bere cocktail a bassa gradazione alcolica, e allo stesso tempo verranno informati sui rischi dellabuso.
Liniziativa e il coraggio dellassessore Landi trovano consenso in città: il collega alle Attività produttive di Palazzo Marino, Giovanni Terzi, ha già offerto la sua collaborazione: «Sono assolutamente daccordo con liniziativa di Landi di Chiavenna. Non si tratta di proibizionismo ma di attenzione ai giovani, che spesso non si rendono conto delle conseguenze dellabuso di alcol. Sono per la vita notturna e la libertà di divertirsi, ma per i ragazzi sotto i 18 anni lalcol è un problema serio e chi è genitore lo sa».
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