Alcova improvvisata sotto i balconi: gli «spettatori» chiamano la polizia

La coppia focosa e non più giovanissima si era appartata credendo di non essere vista

Riccardo Re

Hanno camminato a lungo prima di trovare un luogo appartato. Il loro sembrava un amore vero, sicuramente vivo, di quelli che tutti sperano di provare almeno una volta nella vita.
Un sentimento forte, irrefrenabile, un classico colpo di fulmine che li ha accecati. Nel vero senso della parola...
Stanno viaggiando sul treno, quando i due, lui parmigiano, lei polacca si scambiano un’occhiata galeotta, che li deve aver convinti a scendere alla stazione della Spezia. Tanta passione, all’ora di sera, quella che coincide con il tramonto e un prato, come nei film. Scenario tipico di una coppia di giovani, ma loro, entrambi quarantacinquenni, si sono abbandonati alla nostalgia di un ricordo adolescenziale. Giusto il tempo di inerpicarsi su per un sentiero, sistemarsi appena dietro a un muraglione per cercare di sfuggire eventuali sguardi indiscreti e abbandonarsi alle emozioni. Ma a quel punto a rimanere senza parole, e non certo per una titubanza amorosa, sono gli abitanti delle palazzine nascoste dietro agli alberi che ombreggiano il manto erboso occupato dalla coppia di ardenti passionali.
Non si tratta né di un film da bollino rosso né di una fantasia ad occhi chiusi: quello che stanno vedendo gli spettatori improvvisati è proprio un’insolito spettacolo che avviene giusto di fronte alle vetrate di casa. Come sempre in questi casi, la voce non impiega troppo a giungere a tutti i presenti e in neanche cinque minuti i balconi sono gremiti dai residenti esterrefatti. Qualche sorriso malizioso, qualche commento seccato finché l’iniziativa di qualcuno deve aver disilluso le aspettative di qualche voyeur. La fatidica chiamata al 113 sollecita immediatamente i poliziotti che partono alla ricerca della coppia. Rintracciare gli amanti non è facile in quanto dal basso è praticamente impossibile scovarli, mentre dall’alto, loro malgrado, sono ancora al centro dell’attenzione di una tanto numerosa quanto indignata platea.
I poliziotti affannati, neanche a dirlo - dopo un percorso che li ha visti destreggiarsi tra rovi e cespugli in cui sono costretti più volte a utilizzare le scale - raggiungono il luogo incriminato proprio sul più bello. Notevole, a quel punto, l’imbarazzo della coppia che, neanche il tempo di arrossire per la tanto sgradita intrusione, si sente letteralmente «sprofondare» alla vista della gente che festeggia sui terrazzi l’esito positivo della missione cui ha assistito in diretta. La stupefacente timidezza dell’uomo che fino a pochi istanti prima si era invece dimostrato alquanto disinibito non serve a rendere più clementi i poliziotti. La procedura riservata ai due è quella di rito: identificazione e denuncia alla magistratura per atti osceni in luogo pubblico e inevitabile aula giudiziaria ad attenderli.
Non è finita: l’uomo visibilmente mortificato cerca di spiegare che è stato tutto il frutto di un innocente errore. Entrambi foresti, gli amanti focosi si erano illusi d’aver raggiunto un luogo appartato e, accecati dall’amore, non s’erano accorti del pubblico, religiosamente in silenzio, concentrato sulle loro perfomance.

Invece i due si erano ritrovati ai piedi delle palazzine di via San Fermo nei pressi del ponte Scorza, e di questa colpa ulteriore dovrà tener conto il magistrato. Resta un dubbio: si potrà davvero chiudere un occhio nei confronti di questa coppia su cui hanno già vigilato numerosi occhi... accuratamente spalancati?

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