Lo so, non è da tutti; la questione Cristoforo Colombo è veramente una storia infinita solo per addetti o interessati ai lavori.
Il sottoscritto è un po addetto ai lavori in quanto, ahimé, delegato diocesano della Curia di Genova per le attività culturali attorno alla figura di Cristoforo Colombo; ma soprattutto un grande appassionato che si è permesso di studiare alla radice la questione in maniera autonoma e originale (potrei documentare cose inedite) anche se rispettoso della nostra «scuola genovese». Veniamo alla «provocazione» di Ruggero Marino con il suo ultimo libro «Cristoforo Colombo, lultimo dei templari» e al dibattito riportato da «il Giornale».
Forse potrei esprimere, nella mia condizione, un parere «distaccato e obiettivo», e comunque la questione mi interessa molto e mi farebbe piacere esprimere anche un mio modesto parere.
Ho parlato più volte con Ruggero Marino già dal suo primo libro «Cristoforo Colombo e il papa tradito» e questa partecipazione del Vaticano mi ha entusiasmato non poco perché pare fondata.
Aver aperto da parte di Ruggero Marino una via nuova ipotesi sullimpresa della scoperta gli attribuisce un grande merito e unesca per tutti gli studiosi.
Lipotesi però, specialmente se si stacca da una secolare documentazione, ha bisogno di essere comprovata in maniera superlativa e comunque non può escludere perentoriamente altre tesi già comprovate.
Alcune argomentazioni, come la somiglianza di Colombo con Papa Innocenzo VIII dei ritratti, pare molto discutibile.
La polemica con il monopolio accademico genovese potrebbe avere un fondamento ma potrebbe essere giustificabile.
E poi le fonti del libro suddetto escludono a priori e perentoriamente, quasi qualsiasi fonte genovese o quasi! Come mai?
E allora? Ai viventi lardua sentenza.
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