Aleppo nel sangue E oggi parte una missione Onu

Ennesimo sanguinoso attentato in Siria dopo le due esplosioni che l’altro ieri hanno causato 27 morti a Damasco. Ieri è stata colpita Aleppo, seconda città del Paese: un’autobomba è saltata in aria nel quartiere di Suleimaniya vicino a un ufficio dei servizi della sicurezza politica e ha provocato due-tre morti a seconda delle fonti e 25-30 feriti. Il veicolo imbottito di esplosivo era stato parcheggiato tra due palazzi e la deflagrazione ha gravemente danneggiato gli edifici: la televisione di stato ha mostrato le immagini di finestre in frantumi, negozi sfondati, feriti a terra e macchie di sangue. Come per i precedenti attacchi, anche oggi oppositori e governo si sono accusati a vicenda di essere gli autori dell’attentato. «Il regime siriamo sta cercando di portare il terrore nelle zone più grandi e più importanti, in particolare Damasco e Aleppo, dove nelle ultime settimane si sono tenute imponenti manifestazioni», ha commentato un esponente del Consiglio nazionale siriano.

La tv di stato ha invece dato voce a decine di sostenitori del presidente, radunati per una manifestazione filo-governativa a Damasco, e ha accusato le autorità del Qatar e dell’Arabia Saudita di essere responsabili «del sangue». Sul piano diplomatico, collaboratori dell’inviato Onu e della Lega Araba per la Siria, Kofi Annan, partiranno oggi per Damasco per trattare l’invio di una nuova missione di osservatori.

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