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Stop a Lampugnano. È stata «congelata» l’idea di localizzare in un’area adiacente al Palasharp una tensostruttura destinata alla preghiera del venerdì dei musulmani. Un gruppo di cittadini dei quartieri Lampugnano e Qt8 è stato ricevuto ieri mattina dal viceprefetto Maria Luisa Inversini. La delegazione, che si è trattenuta per circa un’ora a Palazzo Diotti, rappresentava le diverse anime dei comitati riuniti lunedì scorso in una scuola di via Lovere per dire «no» allo spostamento nella loro zona dei fedeli trasferiti dal centro di viale Jenner.
Il loro «no» è una decisione «affrettata ed emergenziale» - così il documento inviato a sindaco e ministero - a una soluzione «in partenza provvisoria», che non è passata dal Consiglio di zona e che considerano «in palese contrasto con le destinazioni urbanistiche» dell’area. Un accordo frutto di un «rapporto non chiaro fra soggetti privati (centro islamico e costruttore della moschea) e amministrazione pubblica», e infine «non compatibile con gli attuali carichi di traffico» (nelle vicinanze c’è un grande complesso scolastico, un istituto religioso, il capolinea dei pullman a lunga percorrenza). La contrarietà di Lampugnano è trasversale. Il gruppo di Zona del Pd, in un documento, parla di una decisione «che presenta caratteri di illogicità fuori da ogni parametro misurabile», «che segna definitivamente la sconfitta della politica a Milano». «La Grande Milano dell’Expo non è in grado di gestire dal punto di vista sociale e urbanistico questa situazione?», domanda il gruppo locale del Pd.
I cittadini sono usciti dall’incontro di Palazzo Diotti tranquillizzati dalla promessa che «i giochi non sono fatti»: «Nessuna decisione è stata presa - hanno detto - e non si procederà con una soluzione trovata in fretta». Il risultato è aver almeno rallentato il trasferimento della comunità di viale Jenner nel loro quartiere. «Abbiamo ricondotto la questione dentro i binari di una scelta di programmazione fisiologica - ha detto il verde Enrico Fedrighini - dobbiamo scongiurare il pericolo di una “Jenner 2”». La linea è quella del forzista Aldo Brandirali: più luoghi di preghiera, e piccoli.
Stop a Lampugnano, dunque, ma chi confidava nella possibile ospitalità futura della Fabbrica del Vapore è rimasto deluso. Il direttore del teatro Ciak è molto chiaro: «Sarebbe un’idea folle - dice Gianmario Longoni - nessuno mi ha chiesto niente ma noi siamo un teatro e facciamo spettacoli, non organizziamo luoghi di culto. Già a settembre abbiamo fatto un sacrificio cancellando due appuntamenti». «Abbiamo messo l’immagine del teatro davanti ai suoi stessi interessi economici - aggiunge Longoni - anche per una ragione di civiltà e di rispetto dei fedeli musulmani. Ora con tutta la buona volontà non è più possibile, anche perché siamo l’unico teatro che non ha né sede né sostegni del Comune, e andiamo avanti anche grazie a uno sponsor privato».


Per tamponare l’emergenza, la preghiera del venerdì sarà ospitata fino al 21 (o 24) ottobre dal Palasharp di Divier Togni, che ogni venerdì si apre alle centinaia di fedeli che fino a luglio si riunivano al centro di viale Jenner.

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