Alessandro Ferrari: «Non durerà e torneremo ai libri»

Classe 1978, fumettista per Disney e Pixar, esperto di comunicazione, autore di È facile smettere di stare su Facebook. Se sai come fare, guida semiseria alla disintossicazione da community in uscita nei prossimi giorni per Castelvecchi, Alessandro Ferrari ha 287 «amici» e un po' di nostalgia per i blog in via di estinzione.

L'epoca del blog è finita?
«Tutti i blog che conosco e frequento hanno perso audience. Il tempo che gli utenti impiegavano a commentare i post lo usano per altro».

Mi faccia indovinare: per Facebook?
«Sì. Perché è più partecipativo, più semplice. E poi "lo fanno tutti", "ci sono tutti". Facebook è il bigino dei blog. Dovrebbe permettere una scrematura tra i blog di valore e gli altri, ma si sta solo portando via tutta l'attenzione mediatica. Tuttavia, non durerà».

È una sua profezia o piuttosto una certezza?
«Una certezza. Dopo un po' viene a nausea la superficialità. Si ha bisogno di approfondimento».

E torneranno i blog?
«Forse. O forse torneranno i libri. Per ora però la gente ama distrarsi, andare veloci e senza fatica, come in un videogioco. E per questo Facebook è sulla cresta dell'onda. In teoria sembra un'idea profondamente democratica: siamo tutti uguali, ci siamo tutti».

In pratica?
«In pratica lì siamo tutti appiattiti, a due dimensioni, ridotti all'osso, al massimo a una nota un po' più lunga. E il 90% degli utenti usa Facebook per motivi ormonali: conoscere donne o uomini nel senso più biblico del termine».

Somiglianze con altri fenomeni mediatici?
«Diciamo che il tempo dei reality è arrivato sulla rete.

nessuno è speciale, ma tutti sono protagonisti per un attimo. Per questo dopo un po' i famosi da Facebook se ne vanno. Si sentono "aggrediti" da una folla che non vuole davvero conoscerli, ma solo "toccarli", spolparli».

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