Roma - Gli attentati dinamitardi che oggi hanno insanguinato l'Algeria fanno tornare alla memoria gli orrori della guerra civile, quando per dieci anni il Paese nord-africano rimase ostaggio del conflitto tra militari e integralisti islamici. Sotto la guida del presidente Abdelaziz Bouteflika, l'Algeria cerca di procedere sulla via della «pace» e della «riconciliazione». E punta sui ricchi giacimenti di gas, la carta da giocare per lo sviluppo economico.
Dal dominio arabo all'indipendenza dalla Francia Dopo i governi arabi e ottomani, nel 1830 l'Algeria è divenuta un «dipartimento» sotto sovranità francese. La lotta per l'indipendenza, guidata dal Fronte per la liberazione nazionale, si conclude nel 1962. Il prezzo della vittoria è di oltre un milione di algerini uccisi.
La guerra civile Nel 1992, l'annullamento del successo elettorale del Fronte di salvezza islamica segna l'inizio di un conflitto interno che provoca tra i 150mila e i 200mila morti. A combattersi sono gruppi integralisti e forze armate.
La presidenza Bouteflika L'attuale capo di Stato è eletto per la prima volta nel 1999. Ai combattenti islamici offre due amnistie e una «carta per la pace e la riconciliazione». I suoi sostenitori sostengono che ha ridotto la minaccia terroristica, ma alcune ong denunciano abusi contro sospetti ribelli.
L'economia Per quattro quinti il territorio dell'Algeria è coperto dalla sabbia del Sahara. Dei circa 33 milioni di abitanti, la gran parte vive sulla costa settentrionale. Per crescere e diversificare l'economia il governo punta sul gas naturale: come fornitore di metano all'Unione Europea, l'Algeria è seconda solo alla Russia.
Gli attentati più gravi
16 giugno 2000 Bomba in un mercato di Mascara, 360 chilometri a
sud-ovest della capitale: i morti sono 13, i feriti oltre 40
28 settembre 2000 Un commando di uomini armati entra in azione
in un piccolo centro presso Tizi-Ouzou, 110 chilometri a est di
Algeri: l'esplosione di una bomba piazzata nei pressi di una
caserma uccide otto soldati. Un altro soldato cade poco dopo
sotto il fuoco dei miliziani
5 luglio 2002 Ancora una volta un mercato. A Larbaa, 20
chilometri a sud di Algeri, un ordigno piazzato tra i banchi di
frutta e verdura provoca 38 morti e 80 feriti.
12 marzo 2004 A colpire nella regione orientale di Tebessa è un
commando islamico. Un convoglio militare salta su una mina: il
bilancio dell'agguato e dei successivi scontri a fuoco è di
quattro soldati e cinque miliziani uccisi
13 febbraio 2007 Sette attentati simultanei in Cabilia, a 110
chilometri a est della capitale. Bombe e automobili imbottite di
tritolo uccidono sei persone.
11 aprile 2007 È di almeno 17 morti e oltre 110 feriti il bilancio di due attentati ad Algeri. A esser presi di mira sono il Palazzo del governo, nel centro della città, e un commissariato di polizia nei pressi dell'aeroporto internazionale
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