Algerino espulso: fiancheggiava Al Qaida

L’ombra di una cellula italiana al servizio di Al Qaida. E l’organizzazione di possibili attentati. Il terrorista algerino Serai Khaled è stato espulso dall’Italia e riaccompagnato in Algeria (dalla Direzione centrale dell’Immigrazione e della polizia delle frontiere) «per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato», con un volo decollato ieri sera dall’aeroporto di Roma Fiumicino e diretto ad Algeri. Lo rende noto il Viminale.
Lo straniero era stato condannato il 10 gennaio 2008 dalla Corte di Assise di Napoli a 6 anni di reclusione, per associazione con finalità di terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sentenza poi confermata il 27 ottobre 2009 dalla Corte d’assise d’appello di Napoli.
Secondo il ministero dell’Interno, «l’algerino espulso, particolarmente abile nel fabbricare ordigni esplosivi, aveva costituito insieme ad altri estremisti islamici una cellula terroristica attiva a Salerno, Napoli, Brescia e Vicenza, con il compito di realizzare una rete di sostegno logistico agli aderenti al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, funzionalmente collegato ad Al Qaeda». In particolare, sottolinea il Viminale, «i componenti della cellula avevano l’intenzione di commettere azioni violente in Italia, in danno di obiettivi riconducibili a Stati occidentali, anche mediante l’utilizzo di una nave di notevoli dimensioni che, esplodendo, avrebbe potuto causare la morte di migliaia di persone. Tali propositi criminali non sono stati perseguiti a causa dell’attività svolta dall’intelligence italiana, che ha neutralizzato i terroristi».


L’immediata espulsione dello straniero, avvenuta subito dopo la sua scarcerazione, «è l’effetto diretto - affermano al ministero dell’Interno - dei consolidati rapporti di cooperazione tra la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e le Autorità Diplomatiche algerine in Italia».

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