Alitalia, un’altra proroga per le offerte

da Milano

È persino imbarazzante lo sforzo del governo per cercare di vendere (leggi: di liberarsi) dell’Alitalia. Ieri sera il Tesoro ha nuovamente rinviato di undici giorni, al 23 luglio, il termine per la presentazione delle offerte definitive. Come si ricorderà, il termine originario era il 2 luglio, poi rinviato al 12. L’avvio della procedura di vendita risale al 29 dicembre: la lunghezza della gara è estenuante, e si giustificherebbe se per acquistare l’Alitalia ci fosse una coda interminabile. Così non è. La proroga ha una motivazione ufficiale: «In relazione alla sopravvenuta disponibilità di ulteriori informazioni riguardanti Alitalia - si legge in una nota del Tesoro - e per consentirne l’esame da parte dei soggetti ammessi alla presentazione delle offerte vincolanti, il termine per la presentazione delle stesse offerte è prorogato dal 12 al 23 luglio 2007». Invariati gli altri termini e condizioni. La decisione - sollecitata, secondo indiscrezioni, da Carlo Toto - ha l’evidente scopo di permettere ai soggetti ancora in gara, in particolare proprio l’Ap holding, di mettere a punto la propria proposta. Toto, la cui sponda finanziaria è Intesa Sanpaolo, è ancora in alto mare nel reperimento dei fondi: egli in contanti non metterà un euro, ma conferirà Air One. Le cifre ipotizzate sono importanti: non meno di 500 milioni per la quota del Tesoro e l’Opa, tra i 400 e gli 800 come aumento di capitale, poi altri 1,5-2 miliardi per finanziare sviluppo.

Non si sa ancora quanto metterà Intesa, ma la disponibilità delle altre banche (si parla di Mps, Nomura, Morgan Stanley e Lehman) pare «inchiodata» sui 200 milioni. Non è nemmeno stabilito, allo stato, come saranno suddivise le quote di capitale e di prestito: il rinvio favorisce un accordo accettabile.

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