da Milano
«Per lAlitalia siamo agli sgoccioli e se non riusciamo a vendere in maniera accettabile nei prossimi 2-3 mesi si corre un serio rischio di fallimento». Lo ha detto ieri il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, aggiungendo che «alcuni giorni fa abbiamo sentito il presidente Prato con cui siamo stati daccordo per chiudere» la privatizzazione «entro fine anno. Insisteremo fortemente - ha concluso Bianchi, usando il plurale maiestatis - per chiudere entro fine anno». In effetti la situazione di Alitalia è delicata e confusa. I tempi si stanno allungando: dal 10 novembre, poi al 15, ora la data di unindicazione del possibile acquirente sembra slittata al 20: secondo fonti sindacali, sarà il cda convocato per quel giorno a esaminare le offerte e ne potrebbe scaturire, il giorno stesso, la scelta del candidato finale. Le buste con le offerte dovranno pervenire non oltre il 16. Successivamente, il prescelto dovrebbe avere quattro-sei settimane per completare la due diligence e preparare la proposta conclusiva.
Molti elementi tecnici sono ancora al vaglio delladvisor Citi e oggetto di trattativa con i soggetti interlocutori; non è stato nemmeno deciso se la modalità dingresso sarà un aumento di capitale dedicato oppure unOpa. Intanto la compagnia, anestetizzata dai programmi di cessione, continua a perdere il suo paio di milioni al giorno, e - come evocato ieri da Bianchi - sullo sfondo resta sempre un concorrente molto scomodo: il commissario giudiziale. Che il clima sia molto teso lo conferma la presa di posizione di Antonio Baldassarre, che ieri ha presentato un atto di diffida al consiglio di Alitalia contro lesclusione pronunciata nei confronti del gruppo guidato dallex presidente della Rai.
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