Paolo Giovanelli
da Milano
Hedge fund in campo ieri sul titolo Alitalia: scambiato il 27,6% del capitale, pari a quasi 384 milioni di titoli passati di mano, con quotazioni che andavano da un più 5% in mattinata a meno 0,29% in chiusura. Un segnale che gli operatori credono che si sia arrivati davvero a una svolta e che la cessione questa volta si farà. Il numero di contratti siglati (più di 34.500) sembra dire però che a muoversi non sono stati solo gli hedge. E cè chi sostiene che qualche banca interessata alloperazione potrebbe già essere in movimento. E mentre si attende che il ministero dellEconomia stabilisca i «paletti» per la privatizzazione, si è scatenato il frastuono delle dichiarazioni e delle prese di posizione, tradizionale, ma di dimensioni imbarazzanti. LUe, intanto, sta alla finestra: «La situazione di Alitalia e il piano proposto, nel momento in cui rispetta le norme di mercato, non richiede osservazioni sul profilo degli aiuti di Stato» ha detto un portavoce.
Ieri, al di là del rastrellamento in Borsa, cerano due elementi, in parte contraddittori, che balzavano allocchio. Da un lato cera la sensazione che certe decisioni fossero già prese e che la destinazione dellAlitalia fosse già scritta. Ma a questo proposito va segnalato che Enrico Salza, presidente del Sanpaolo Imi, ieri dopo un incontro con lad di Banca Intesa, Corrado Passera, ha detto che non si è parlato di Alitalia. Alcuni osservatori facevano però notare come lAutorità antitrust si stia muovendo con grande attenzione, in contrasto con latteggiamento ben più deciso tenuto nel caso dellacquisto di Volare. Cè poi la questione dei «paletti» che potranno giocare un ruolo importante nel definire l«appeal» che la compagnia potrà avere (o non avere) verso gli eventuali imprenditori privati interessati a entrare nel capitale. Gli advisor saranno al lavoro entro poche settimane ha detto ieri il vicepremier Francesco Rutelli.
E in ogni caso su operazioni come queste si innestano interessi forti, che qualche paletto sembrano giustificarlo: «Su questa operazione avremo un lobbismo internazionale di primissimo livello. Su questa cosa avremo complicazioni di ogni genere» ha affermato il ministro per lo Sviluppo, Pierluigi Bersani. «Le grane - ha sostenuto - verranno da chi non riuscirà a prenderla, che sia qui in Italia o che sia in Europa. Come sistema Italia pretenderemmo di essere trattati come gli altri».
E da parte sua il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, ha commentato: «È un primo passo. Un fatto giusto e molto importante» ma ha anche ribadito quanto già detto alcuni giorni fa: «Ci vogliono le discontinuità per andare avanti, bisogna fare scelte che permettano ai veri imprenditori di rischiare, di investire».
In tutto questo rimescolio di carte cè almeno qualcosa di immutabile: gli assistenti di volo, che ieri per il secondo giorno consecutivo hanno manifestato a Fiumicino contro le «violazioni» degli accordi raggiunti con Alitalia.
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