Alitalia, il governo cerca l’aiuto dei sindacati

I segretari confederali ricevuti a Palazzo Chigi

Paolo Stefanato

da Milano

Mentre sul fronte politico-sindacale si continua ad argomentare quale sia l’alleanza più favorevole al destino dell’Alitalia (più 1,1% in Borsa) e quale sia la strada da percorrere per sostenere la compagnia, dalla Spagna è arrivata una (indiretta) doccia fredda. Iberia, oggi alleata di British Airways (che ne possiede il 10%), potrebbe rompere con il socio britannico e orientarsi a un nuovo rapporto con Air France-Klm o Lufthansa. Le dichiarazioni - peraltro smentite in serata dal presidente della compagnia spagnola - sono state fatte in un’intervista dal direttore finanziario della compagnia spagnola; nel contesto europeo, in un settore in via di progressivo consolidamento, se Iberia confluisse in un altro gruppo, per Alitalia significherebbe rimanere ancora più isolata, con la difficoltà di dover far fronte con le proprie forze a un nuovo assetto della concorrenza. Iberia è specializzata, nel lungo raggio, nei collegamenti tra Europa e Sud America, e offrirebbe buone sinergie a nuovi partner.
Mercoledì sera i segretari nazionali dei sindacati confederali hanno incontrato a cena il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa, che è l’azionista di maggioranza dell’Alitalia. Va osservato che il consenso sindacale è essenziale in vista di un’alleanza, sia essa italiana o straniera, perché un percorso di risanamento non può non passare anche per sacrifici agli organici. Le dichiarazioni rilasciate ieri non sono originali, ma indicano un clima costruttivo. Bonanni (Cisl): «Un grande Paese come il nostro deve ricostruire la propria compagnia, dobbiamo prima fortificare l’Alitalia e poi fare l’alleanza, possibilmente con partner di zone poco gestite da compagnie europee». Epifani (Cgil): «Alitalia è appesa a un filo e bisogna far di tutto per rilanciarla. Bisogna aspettare che cosa il governo decida di fare, con quali modalità e con quali tempi. Noi siamo interessati innanzitutto al rilancio di Alitalia». Angeletti (Uil): «Credo che il governo sia in condizione di decidere nei prossimi giorni che cosa vuol fare». Il dibattito ieri ha registrato anche l’intervento congiunto dei sindaci di Milano e di Roma, Letizia Moratti e Walter Veltroni, che hanno voluto soprattutto dare il segno di una «concordia aeroportuale»: Malpensa e Fiumicino - hanno scritto - «possono crescere assieme», e la compagnia deve puntare sul lungo raggio, che permette «margini più ampi di guadagno». Sia Veltroni sia la Moratti in altre dichiarazioni hanno insistito su una «soluzione italiana». A lui ha risposto ieri il presidente e ad della compagnia, Giancarlo Cimoli, secondo il quale «non ha alcun senso oggi proteggere la cosiddetta italianità» perché «la concorrenza è spietata e la risposta non può che essere la creazione di un forte gruppo europeo». Da Parigi il presidente di Air France, Spinetta, ha detto che «è prematuro parlare di fusione con Alitalia».
Il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo si è chiesto «se da parte dell’imprenditoria italiana ci possa essere il rischio, il coraggio di affrontare un progetto» per l’Alitalia.

Secondo il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, «si cercherà una soluzione che valorizzi il più possibile l’asset industriale. Dobbiamo trovare un’alleanza, certamente internazionale, in un quadro di rafforzamento interno».

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