La verde Ursula fa nera la retorica "green"

Chi ci tiene alla salvaguardia del clima, chi ci chiede di fare sacrifici per il pianeta, salirebbe su un treno e in un'ora o poco più arriverebbe a destinazione

La verde Ursula fa nera la retorica "green"
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Gentile Direttore Feltri,
l'ideatrice del Green Deal Ursula von der Leyen vola su jet privati 23 volte l'anno e per brevi percorsi. Questi politici progressisti predicano bene e razzolano male. Lei cosa ne pensa? È sufficiente addurre come scusa gli impegni istituzionali per giustificare il ricorso a inquinanti mezzi di locomozione con tale frequenza?

Barbara Ferrari

Cara Barbara,
Ursula von der Leyen, la regina della rivoluzione verde europea, la promotrice dell'European Green Deal, sostenitrice dal 2019 dell'attività Greta Thunberg, nume tutelare della cosiddetta «transizione ecologica», ambientalista di ferro, la quale aveva promesso di ridurre entro il 2030 almeno il cinquantacinque per cento delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, obiettivo fin troppo ambizioso, oserei dire irrealistico, rappresenta alla perfezione la falsità della sinistra. La notizia non è nuova: in un anno (2023) la signora è salita a bordo del jet privato ventitré volte, una media di un volo ogni due settimane, per coprire soprattutto tragitti brevi, che non rendono indispensabile l'utilizzo dell'aereo. Insomma, la tedesca, persino per raggiungere le sedi dei vertici dove i grandi del mondo affrontano la questione del cambiamento climatico, fa riscaldare i motori dell'aereo personale, per poi tenere lezioni e sermoni sull'importanza di ridurre le emissioni di Co2 al fine di scongiurare il collasso del pianeta. Affermare che Ursula è ipocrita è poca roba. La sua condotta non configura semplicemente ipocrisia, bensì rivela arroganza e totale disprezzo verso i cittadini europei, i quali è normale che si sentano presi in giro allorché si accorgono che coloro i quali li richiamano a tenere comportamenti più virtuosi, lungi dal dare il buon esempio, praticano usi e azioni antitetici. Rispondo alla tua domanda: no, non è sufficiente né è ammissibile invocare lo spirito di servizio e il dovere istituzionale per giustificare la facilità con la quale si opta per il ricorso al jet privato per tratte di 100-200 km scarsi, che si potrebbero agevolmente percorrere con il treno o anche in macchina. Di recente il presidente della Commissione europea ha adoperato il jet per spostarsi da Bruxelles a Lussemburgo, ossia per attraversare 180 km, neppure la distanza da Milano a Bologna. Chi ci tiene alla salvaguardia del clima, chi ci chiede di fare sacrifici per il pianeta, salirebbe su un treno e in un'ora o poco più arriverebbe a destinazione. Ma Ursula evidentemente no, ella preferisce agi e mollezze. E tutta la retorica ambientalista della sinistra crolla davanti al desiderio del lusso e della comodità. Del resto, la tedesca, così esperta di questioni ambientali, sa bene che i jet privati sono i mezzi più inquinanti al mondo, causando emissioni di gas serra cinquanta volte superiori a quelle di un viaggio in treno in Europa. Incuriosito dalla materia, ho letto uno studio di Greenpeace che ha evidenziato che un volo di un'ora con un jet privato, molto più inquinante di un aereo di linea, provoca da solo quasi un terzo delle emissioni totali di gas serra che un cittadino europeo emette in media in un anno. Insomma, l'ideatrice della rivoluzione verde europea è forse la cittadina europea che contribuisce maggiormente al surriscaldamento globale, che pure proclama di volere combattere. Di certo è la persona europea con un incarico istituzionale la quale inquina di più a causa della frequenza e della letizia con la quale viaggia in aereo, rigorosamente privato, va da sé.

Ursula è la prova che l'ideologia ecologista della sinistra non muove da un autentico spirito verde. E, cosa ben più grave, essa troppo spesso produce storture, effetti negativi, nocumento alla economia, danneggiando il tessuto economico e di conseguenza il Pil. Basti considerare l'ultima trovata del sindaco di Milano, Beppe Sala, il quale dal 12 maggio ha serrato il quadrilatero della moda alle auto. Ristoratori e commercianti dell'area, area tra le più prospere del mondo a livello finanziario e commerciale, e non solo questi, sono disperati poiché inevitabilmente riscontreranno perdite di fatturato, dal momento che clienti e avventori non potranno più recarsi comodamente in centro con l'automobile per fare acquisti. La macchina è stata criminalizzata e messa al bando dai progressisti.

Noi cittadini tapini non possiamo varcare le

porte del cuore della città in auto, ma Ursula può usare il jet privato nel tragitto casa-ufficio. E, se solo potesse, prenderebbe il bolide pure per spostarsi dalla camera da letto alla toeletta.

C'è chi può e chi non può.

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