
Era il 2005 quando Arnaldo Pomodoro immaginava una cantina che fosse anche scultura, un’architettura capace di emergere dalla terra come un carapace di tartaruga. Vent’anni dopo, quell’idea si conferma un unicum nel panorama del vino e dell’arte contemporanea. Il Carapace – questo il nome dell’opera – è oggi un punto di riferimento per l’enoturismo di qualità e una delle icone architettoniche del vino italiano.

Tutto inizia nei primi anni Duemila, quando la famiglia Lunelli – già nota per Ferrari Trento – decide di investire in Umbria, attratta dal potenziale del Montefalco Sagrantino. Nel 2001 acquista vigneti a Montefalco e Bevagna, e già nel 2003 arriva la prima vendemmia. Ma è nel 2005 che si delinea il progetto più ambizioso: la realizzazione di una cantina firmata da uno dei grandi nomi dell’arte italiana. Il legame tra i Lunelli e Pomodoro risale agli anni Ottanta e si era già concretizzato in altre collaborazioni.

La scelta, quindi, cade sul Maestro, che visita la tenuta e concepisce l’idea di una struttura che si integri con il paesaggio, evocando la forza arcaica del luogo. Nel 2012 l’opera viene inaugurata. La forma, ispirata al carapace di una tartaruga – simbolo di longevità – richiama idealmente la vocazione all’invecchiamento del Montefalco Sagrantino.

L’edificio non passa inosservato: il Carapace riceve il Premio Unesco “La Fabbrica nel Paesaggio” e viene selezionato per la Biennale di Venezia, sezione “Le architetture del Made in Italy”. Nel 2024 è stato inserito nella classifica dei “World’s Best Vineyards”, al 25° posto e come “Highest New Entry”, unico italiano nella parte alta della lista. Il rapporto tra la famiglia Lunelli e Arnaldo Pomodoro ha radici profonde: comincia nel 1984, con l’incontro tra Gino Lunelli e l’artista. Nascono così progetti come il disco celebrativo per i 90 anni di Ferrari Trento (1992) e la spirale “Centenarium” davanti alle Cantine Ferrari (2002).
Un percorso che ha portato anche a un impegno più ampio, con il sostegno alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, di cui Matteo Lunelli è oggi consigliere. Il Carapace è oggi anche il simbolo di una visione produttiva precisa: vini che parlano del territorio ma si distinguono per eleganza. Il Montefalco Sagrantino Carapace, i Montefalco Rosso Ziggurat e Lampante, e dal 2015 anche il Carapace Lunga Attesa, hanno ottenuto nel tempo il riconoscimento della critica e delle principali guide. Nel ventesimo anniversario della sua ideazione, il Carapace si conferma come una delle più riuscite sintesi tra arte, viticoltura e identità territoriale. Non solo una cantina, ma un modo diverso di raccontare il vino e il paesaggio che lo genera.
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