Roma - Il "fronte del no" dichiara guerra a Cai. Con una raffica di 15 scioperi dal 25 novembre a maggio 2009, Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e Sdl avvertono la cordata di imprenditori che si accinge a salvare Alitalia che la nuova compagnia avrà vita difficile se manterrà la "rigida chiusura" sui nuovi contratti per il personale. Chiusura che, dicono gli autonomi, è "sostenuta dal governo". Annunci che lasciano "sconcertati", afferma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, sottolineando che il governo non si lascerà intimidire e assumerà, al momento opportuno, tutti i provvedimenti necessari per non danneggiare i viaggiatori.
Si inasprisce lo scontro, con il "fronte del no" che per domattina alle 9 ha convocato l'assemblea degli iscritti per un aggiornamento sulla vertenza con Cai. Un'assemblea che si preannuncia molto partecipata e di forte intensità, con i lavoratori invitati a raggiungere la mensa di Fiumicino in auto. E, vista la concomitanza con lo sciopero di treni e mezzi pubblici, c'é il rischio di gran traffico e ingorghi.
Domani alle 11 il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, ha convocato le nove sigle sindacali sulla procedura di mobilità di oltre 16mila lavoratori; in settimana, sono attesi, intanto, le valutazioni degli advisor sugli assett di Alitalia e forse il parere di Fantozzi sull'offerta di Cai che scade il 30 novembre, e la decisione della Ue su prestito ponte e cordata.
Nell'indicare le date in cui proclameranno gli scioperi, le cinque organizzazioni "costantemente riunite in una unità di crisi", denunciano "la gravissima situazione" a causa del "perpetuarsi dell'atteggiamento di rigida chiusura adottato da Cai, fortemente sostenuta dal governo. "Cai - accusano - con la complicità di Cgil, Cisl, Uil e Ugl ha stravolto e disatteso i contratti collettivi di lavoro già concordati e sottoscritti a settembre a Palazzo Chigi da tutte le sigle sindacali e dal Governo". La firma del 'Lodo Letta' (per la soluzione di interpretazioni divergenti fra le parti) del 31 ottobre da parte delle categorie di Cgil, Cisl, Uil e Ugl - attaccano le sigle autonome - è "il punto più basso mai raggiunto in termini di rispetto della democrazia e della rappresentanza e rispetto al ruolo primario del sindacato che riconosce la propria incapacità di tutelare i lavoratori, consegnando all'insindacabile giudizio di una terza parte governativa l'avallo allo stravolgimento" di contratti "già sottoscritti".
Le sigle autonome denunciano criteri di assunzione "iniqui, socialmente inaccettabili e non rispettosi delle anzianità aziendali maturate dai lavoratori", il rifiuto di Cai "ad assunzioni part-time, senza oneri aggiuntivi per l'azienda, e l'inscindibilità dell'offerta fatta al commissario che esclude offerte già pervenute per Volare e per Alitalia Express ma senza fornire le medesime garanzie occupazionali per i lavoratori coinvolti, ingigantisce il numero delle eccedenze di personale generando ulteriori quanto evitabili disastri sociali oltre che costi aggiuntivi a carico della collettività". Mentre Cai avrà "enormi vantaggi in materia di decontribuzione previdenziale e defiscalizzazione". L'operazione, aggiungono, costerà ai contribuenti più di quello della vecchia Alitalia indebitata ed inefficiente.
Il ministro Matteoli replica duramente: il governo "non può consentire che qualcuno possa avere ed
esercitare una sorta di diritto di veto contro un'impresa che vuole investire salvando più di 12.500 posti di lavoro, che ha un valido piano industriale per rilanciare una compagnia, che diversamente sarebbe già fallita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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