Alitalia, scontro tra i sindacati sullo sciopero

Bonanni (Cisl): «Nel bando ci sono margini di ambiguità» Ma il blocco è «fuori dalle regole» per le stesse organizzazioni

da Milano

Nella delicata fase dei primi passi della privatizzazione di Alitalia, è scontro tra i sindacati, che polemizzano sull’opportunità dello sciopero previsto per il 19 gennaio. «È un errore», dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. «È necessario», sostiene il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.
Dopo l’invito a presentare manifestazioni di interesse pubblicato dal Tesoro, che intende cedere almeno il 30,1% della quota pubblica in Alitalia e non esclude di uscire completamente dall’azionariato, i sindacati confermano le preoccupazioni per la mancanza di confronto su scelte e garanzie da fissare per il passaggio del controllo della compagnia ai privati. Valutazioni che hanno spinto Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl, Sult e Unione Piloti (ma non la Uil) alla decisione di scioperare nonostante la tregua concordata con il governo quando, in ottobre, la presidenza del Consiglio ha iniziato a lavorare a un piano di rilancio. La Uil, che pure esprime preoccupazioni, non condivide la scelta di scioperare.
«Angeletti avrà pure le sue ragioni», dice il segretario generale della Cisl, Bonanni, «però che tutto questo stia avvenendo all’insaputa di tutti, con la perdita di tempo che conosciamo, e senza garanzie per la gente che vi lavora, merita senz’altro una protesta. È l’unico modo per tenere in piedi una richiesta di interlocuzione». È necessario aprire un confronto, per il leader della Cisl, «altrimenti le controparti possono restare in silenzio o raccontare frottole, salvo poi farci trovare di fronte a fatti compiuti».
Nell’invito del Tesoro a presentare manifestazioni di interesse, rileva Bonanni, non sono ancora state previste, se non indicativamente, le garanzie che i sindacati chiedono di pretendere dai possibili acquirenti. «I nodi sono chiari a tutti - commenta - e non comprendiamo perché in questa storia, già all’inizio, e ora con i primi passi della privatizzazione, non si capisca niente degli esiti che ci saranno».
«Vorremmo poter evitare lo sciopero, ma dipende dal governo: decida di convocarci, i tempi ci sono», afferma da parte sua il segretario confederale della Cigl, Nicoletta Rocchi. Perché, dice, «nel bando non ci sono elementi tranquillizzanti. Ci sono anzi margini di ambiguità sia per quel che riguarda i livelli occupazionali che per quel che riguarda il destino di Alitalia Servizi. Sono elementi che destano non poca preoccupazione».
Scioperare «è un errore», sostiene invece Angeletti: «È un modo per farsi del male. È dimostrare che il problema dell’Alitalia sono i sindacati: è già un’opinione molto diffusa, e così diamo una ulteriore dimostrazione. Noi - dice il numero uno della Uil - dobbiamo cercare di salvare Alitalia, non cercare di dimostrare che il sindacato è il problema dell’Alitalia come molti credono».
Lo sciopero del 19 gennaio di tutto il personale Alitalia, che gli stessi sindacati hanno sottolineato essere «fuori dalle regole» perché a oltranza e senza fasce di garanzia, è stato anche giudicato irregolare dalla commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici, che ha convocato i sindacati per il 4 gennaio.


Quanto alle garanzie per la privatizzazione, per Angeletti «chi comprerà dovrà impegnarsi a fare esattamente quello di cui Alitalia ha bisogno: garantire risorse e un piano di rilancio. Non servono generici impegni sull’occupazione, ma un piano che di per sé dia la possibilità di aumentare il numero delle tratte, e degli aerei da comprare: sarà questo a garantire l’occupazione».

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