Roma - Sette giorni, non uno di più, per chiudere l’intesa sindacale sul piano Fenice. I quattro protagonisti della trattativa Alitalia - cordata Cai, governo, sindacati, commissario straordinario - si lanciano in un negoziato non stop che dovrà concludersi entro giovedì 11 settembre. Un termine perentorio, senza possibilità di rinvii. Il clima, fanno sapere però le parti al termine dell’incontro di ieri, è positivo nonostante i mugugni di Guglielmo Epifani che era assente ieri dal tavolo al ministero del Welfare. Tanto che Maurizio Sacconi può dire che l’offerta presentata dall’amministratore delegato della Cai, Rocco Sabelli, è «credibile e ambiziosa» e che «gran parte dei 17.500 occupati stabili in Alitalia e Air One potranno ritrovare lavoro nella Nuova Alitalia. Gli esuberi previsti dal piano - aggiunge - sono meno del previsto». La nuova compagnia, più i servizi in outsourcing, avrebbe 14.250 addetti, con 3.250 lavoratori in eccesso.
Protagonista della prima giornata di trattativa è stato il piano industriale illustrato da Sabelli. Il manager ha descritto la nuova compagnia in termini di aeroplani (che diventeranno 158 nel 2013, con l’acquisto di 60 apparecchi nuovi in quattro-cinque anni), rotte (65 le destinazioni complessive, di cui 16 intercontinentali), scali (con Linate che diventerà la base per la tratta Milano-Roma), una prospettiva di ritorno al pareggio di bilancio in due anni senza bisogno di aumentare i prezzi dei biglietti. «Non siamo qui per fare una low cost - chiarisce Sabelli - ma per coprire le rotte a breve, medio e lungo raggio». La Nuova Alitalia raggiungerà una quota del 56% del traffico nazionale. Cargo e manutenzione pesante restano «fuori dal perimetro aziendale»; da valutare la sorte dei call center e dei servizi informatici.
Quanto agli esuberi, è stato Sacconi a informare i sindacati che resteranno occupati 14.250 dipendenti, 3.250 in meno delle vecchie Alitalia e Air One messe insieme: 11.500 addetti, più 1.600 alla manutenzione e 450 al settore cargo che saranno gestiti in outsourcing; infine, 700 addetti ai call center e ai servizi informatici restano in una «zona grigia», non avendo il piano ancora deciso in proposito. Non dovrebbero invece trovare ricollocazione i contratti a termine.
Prima dell’incontro al ministero del Welfare del piano Fenice hanno discusso, in una riunione mattutina che avrebbe dovuto restare riservata, il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e i leader di Cgil, Cisl e Uil. Guglielmo Epifani, che non ha partecipato al vertice di ieri, annuncia per il pomeriggio di oggi la risposta della Cgil. Al termine delle quattro ore di confronto, i commenti sono per lo più improntati a un prudente ottimismo. «Tutto sommato non si parte con il piede sbagliato - commenta il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni -: siamo al di sotto di altre soluzioni prospettate mesi fa, ma questo non vuol dire che non faremo una verifica punto per punto». Bonanni chiede l’inserimento di clausole di salvaguardia per garantire l’italianità della nuova compagnia, impedendo scalate estere. Anche il segretario della Uil, Luigi Angeletti, richiede un impegno esplicito di stabilità societaria. Per i piloti dell’Anpac è positivo l’atteggiamento del governo e dei prossimi azionisti, ma non è corretto l’abbandono del settore cargo e lo scarso numero di aerei destinati alle rotte intercontinentali.
Da oggi pomeriggio si riprende a ritmo serrato, con commissioni che esamineranno le diverse questioni aperte. I tempi sono stretti, il commissario Fantozzi ha chiesto che tutto si concluda giovedì prossimo, perchè l’offerta Cai scade il 30 settembre. «Mi pare che i sindacati abbiano accolto il piano in modo costruttivo - commenta il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli - e sono quindi fiducioso che il negoziato si concluda rapidamente».
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