È studiato in un’ottica di «sopravvivenza e transizione», finalizzato - come scrive una nota della compagnia - «a perseguire condizioni di sostenibilità e continuità dell’attività aziendale nel breve e medio termine, nell’attesa di decisioni definitive in ordine al futuro assetto proprietario della compagnia e al conseguente assetto industriale definitivo». In questo senso il presidente, Maurizio Prato, ha ricevuto dal cda il mandato «di avviare rapidamente una prima individuazione di potenziali investitori». I progetti industriali-finanziari saranno completati «nei tempi più brevi possibile».
Si tratta di un piano doloroso, che abbandona molti degli obiettivi perseguiti negli ultimi 10 anni e che fa i conti con una realtà «di perdite accumulate e prospettiche insostenibili». L’esigenza del ridimensionamento è considerata «indifferibile». Con una visione realistica, «recuperare il gap accumulato» nei confronti dei concorrenti è un atto di «estrema difficoltà». Gli obiettivi di fondo sono tre: modificare e ridimensionare («nel periodo transitorio») l’assetto di business, preservare il valore del marchio, realizzare un miglior posizionamento industriale «in grado di favorire l’ingresso di soggetti terzi in possesso di competenze specifiche e di risorse finanziarie». Guarda caso, il piano coincide alla perfezione con le aspettative del partner commerciale e azionista al 2% Air France.
La decisione principale è l’abbandono di Malpensa come hub. Vi si farà del punto-a-punto, del low cost con Volareweb, del charter con Air Europe (che possiede un solo aereo), sarà valorizzato il cargo.
Briciole. Ma c’è una finestra aperta: la «disponibilità di riconsiderare» il riposizionamento a Malpensa «nel momento in cui venisse modificata la regolamentazione d’accesso all’aeroporto di Milano Linate, concentrando su Milano Malpensa la gran parte del traffico». Un richiamo che riporta, drammaticamente, a errori politici commessi dieci anni fa. Va detto però che se anche oggi Linate venisse ridimensionato, Alitalia non avrebbe più le capacità (leggi: gli aerei) per servire adeguatamente Malpensa.
La flotta sarà ridotta sul lungo raggio, anche per la scadenza di contratti d’affitto, e scenderà probabilmente sotto i 20 velivoli; quella di medio, di conseguenza, potrà perdere una trentina di aerei. Da qui, i tagli al personale: secondo alcune fonti, in un’ottica di efficienza potrebbero arrivare a 2mila, tenendo conto non solo del personale navigante, ma anche - a cascata - di quello nella manutenzione e nell’handling.
Dopo il consiglio, il presidente Prato ha incontrato i rappresentanti
sindacali. Per l’Avia «giudizio sospeso», bocciatura da parte dell’Anpac (piloti), «allibita per gli esuberi» l’Ugl. Osservazione acuta di Dario Balotta (Cisl Lombardia): «I grandi vettori europei ora brindano a champagne». Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il sindaco di Milano, Letizia Moratti, hanno ribadito le loro critiche alle scelte su Malpensa, già espresse alla vigilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.