Alitalia, spunta un fondo estero Bazoli: pronti se c’è un piano serio

da Milano

Spunta anche un fondo tra i pretendenti di Alitalia. Il brasiliano Multi-Long è specializzato nella ristrutturazione di aziende, ha offerto un miliardo di euro per acquistare la compagnia italiana. È quanto si legge sull’edizione online dell’International Herald Tribune, che cita l’amministratore delegato di Multi-Long, Michael Breslow. Il fondo avrebbe presentato la proposta al governo italiano e alle autorità europee.
«Ci hanno chiesto se abbiamo esperienza in linee aeree e abbiamo detto di no. Ma uno più uno fa due e - ha detto Breslow - noi conosciamo la matematica». Multi-Long aveva tentato di acquistare la linea aerea brasiliana Varig, offrendo 800 milioni di dollari (circa 515 milioni di euro), ma la sua proposta si scontrò contro il veto delle autorità locali. Secondo Breslow, il fondo non ha ancora le capacità finanziarie per l’acquisizione del gruppo italiano, ma ritiene che non ci saranno difficoltà ad ottenerle da banche brasiliane ed europee. Fonti del ministero dell’Economia hanno affermato che per il momento non risultano richieste o offerte nuove.
Nuove, invece, le dichiarazioni del gruppo Intesa Sanpaolo che si dice pronto a prendere in considerazione un intervento in Alitalia solo «alle condizioni che si sono verificate per gli interventi in altre importanti aziende da risanare»: e cioè, come ha detto il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che ci sia «un piano industriale assolutamente rigoroso che assicuri grandi probabilità di ripresa dell’azienda». Solo a queste condizioni, ha concluso Bazoli, rinviando all’amministratore delegato Corrado Passera per altri commenti sull’argomento, «potranno essere prese in considerazione ipotesi di un nostro intervento in Alitalia». E Passera ha aggiunto: «Per ora non siamo impegnati su nessuna trattativa specifica, in nessuna cordata specifica. Se si trovasse il modo, e si può trovare, per rilanciare Alitalia non ci tireremmo indietro». Intanto ieri ha avuto luogo presso lo studio dell’avvocato Claudio Privitera l’incontro in programma con i sindacati. «L’incontro di oggi è stato piuttosto generico: le linee guida rappresentano qualcosa di innovativo, ma al momento parliamo soltanto di criteri generali e i tempi indicati da Privitera, intorno a un anno, sono piuttosto lunghi perché la crisi di Alitalia richiede soluzioni in tempi molto più brevi». È quanto ha detto il presidente dell’Anpac, Fabio Berti, commentando l’incontro con l’avvocato Privitera che ha convocato Avia, Anpac, Sdl, Ugl e Anpav per illustrare il suo progetto di rilancio dell’Alitalia. Il piano prevede la costituzione di due newco, una per la manutenzione e una per la gestione e il leasing degli aerei, da affiancare alla attuale struttura societaria e risorse per 5-6 miliardi.
Mentre Bruxelles ribadisce il no alla concessione di aiuti di Stato in riferimento al prestito ponte, ora si attende la fase più importante che chiarirà il reale interesse da parte di nuovi e vecchi soggetti: l’apertura della due diligence, e cioè l’accesso ai dati «sensibili» della compagnia per poter poi passare alle proposte d’acquisto. Sul quando, a deciderlo sarà il cda di Alitalia con il governo.

Infine la posizione finanziaria netta del gruppo Alitalia, al 31 marzo scorso, era negativa per 1,353 miliardi, con un decremento dell’indebitamento netto di 15 milioni (meno 1,1%) rispetto alla fine di febbraio. Secondo quanto riferisce la compagnia, disponibilità e crediti a breve del gruppo sono pari a 180 milioni, in linea con la situazione registrata alla fine dello scorso febbraio.

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