All’Aquila arrivano i soldi ma il sindaco non li usa

Lo abbiamo visto tutti in televisione, il sindaco piddino dell’Aquila, con la carriola in mano a raccattar detriti. Massimo Cialente, domenica scorsa era sceso in piazza Palazzo assieme ai comitati cittadini per la folcloristica manifestazione organizzata dalla sinistra. Voleva dimostrare agli italiani che all’Aquila non si muove mattone e che il governo latita nell’aiutare i terremotati nella ricostruzione. Una bella trovata tutta preelettorale, però.
La realtà è ben diversa. Un carteggio smaschera ogni strumentalizzazione messa in piedi dall’opposizione e conferma quello che prima era un dubbio: il sindaco sa maneggiare bene le carriole e male i soldi contanti. Che rimangono nel cassetto per colpa della sua indecisione (o disorganizzazione).
La storia parte da lontano, cioè dall’aprile scorso, quando il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha stanziato, in qualità di responsabile del Dipartimento per le politiche della famiglia, un bel gruzzoletto: 12milioni di euro. Soldi cash, stanziati nell’articolo otto del decreto legge n.39, da spendere subito e in modo utile per anziani, ragazze madri, per sostenere le famiglie in difficoltà. Insomma soldi da “bruciare” in due settimane. Basta volerlo e soprattutto avere le idee chiare.
Il tempo però passa, il carteggio tra il senatore Giovanardi, i suoi uffici tecnici e quelli del sindaco Cialente prosegue. Fiumi di parole, ossequi, ossequi, ma nulla di fatto. Il primo cittadino non si decide. Non sa dove e come utilizzare quei fondi governativi che ammuffiscono in un cassetto. Scorrono le settimane, i mesi. E solo tre giorni fa, cioè dopo nove mesi dallo stanziamento urgente, il sindaco annuncia a Giovanardi che ha deciso: spenderà ben 3 milioni e cento per risistemare e ampliare una residenza assistenziale per anziani. Il resto dei soldi? Non gli servono. Davvero, è proprio così.
Sentite cosa scrive in una lettera inviata al sottosegretario Giovanardi. «... gli interventi di cui sopra (la residenza per gli anziani) costituiscono uno stralcio di un più complesso programma che questa amministrazione sta redigendo e che sarà reso noto all’esito del suo definitivo perfezionamento, onde poter effettivamente valutare la possibilità di poter impiegare anche in tal caso i fondi in oggetto».
La frase sibillina suona come un pugno nello stomaco per il responsabile al Dipartimento per la famiglia. Che ieri si è presentato a Pontecchio (uno dei Paesi colpiti dal sisma) ha riunito gli amministratori locali e ha raccontato tutto il fattaccio. Poi ha annunciato: «Se il sindaco dell’Aquila non vuole quei soldi, li distribuirò alle altre amministrazioni bisognose che di sicuro avranno le idee più chiare di Cialente. E il mio referente sarà esclusivamente il commissario straordinario della Protezione Civile».
La scelta di Giovanardi non ha nulla di personale. È doverosa soprattutto perché ci sono altri 55 comuni che hanno bisogno di aiuto e non solo l’Aquila. «Cialente ha le sue difficoltà, io non punto il dito contro di lui – ma contro chi dopo 9 mesi non sa come spendere i soldi stanziati. È insopportabile pensare che il governo mette i soldi per aiutare i terremotati e il comune non li usa anzi, li rinvia al mittente. È una cosa incredibile che va denunciata pubblicamente». Anche perché «c’è il presidente della Provincia, Stefania Pezzopane e l’intera sinistra che continua a protestare a vanvera, solo per far campagna elettorale e speculare sulle disgrazie della gente».
Il senatore si è recato diverse volte all’Aquila per fare pressing sul sindaco.

Ma senza successo. «In dieci mesi non siamo riusciti, malgrado le ricognizioni in giugno, in ottobre e in gennaio, a concludere nulla. La gente però si aspetta dei risultati, non l’indecisione totale dei suoi amministratori locali».

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