Via all’asta frequenze Già offerti 2,3 miliardi

Parte oggi l’asta più attesa, quella che, secondo le previsioni del governo, dovrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 2,4 miliardi di euro. Dopo il ritiro di Linkem i quattro operatori di telecomunicazioni mobili presenti in Italia, ossia Tim, Vodafone, Wind e H3G (ossia «3») hanno rispettato le previsioni facendo offerte per le frequenze a disposizione per 2,3 miliardi. Oggi, però, parte l’asta vera e propria che, secondo l’ad di Vodafone, Paolo Bertoluzzo, «potrebbe anche durare settimane». Le offerte più generose sono state, come previsto, per le frequenze a 800 Mhz, quelle più preziose che consentiranno ai gestori di far partire le reti Lte, ossia quelle di quarta generazione, che permetteranno una velocità di navigazione molto superiore a quella attuale. Per questa banda le offerte ammontano a 1,76 miliardi e sono state presentate da tutti e quattro gli operatori, compresa «3» su cui c’era qualche incertezza. Dal sito del ministero dello Sviluppo economico si apprende che Wind è per ora vincente su due lotti, Telecom, Vodafone e H3g su altri tre (tutte con offerte di poco più di 353 milioni di euro). Si sa anche che per un pacchetto di questa banda a 800 Mhz non è stata presentata alcuna offerta. Ma dato che, da un punto di vista tecnico, sono necessari due lotti per una trasmissione ottimale, è scontato l’avvio dei rilanci. Per quanto riguarda la banda 1.800 Mhz si conta solo un’offerta di Telecom Italia da 155 milioni. Per quella a 2.000 Mhz non ci sono offerte, almeno per ora, mentre per quella a 2.600 mhz, utile per usare al meglio quella a 800 Mhz, si contano varie offerte di H3G, Telecom e Wind da circa 30 milioni ciascuna. Da oggi comincerà l’asta nella quale i partecipanti potranno effettuare rilanci che incrementino l’ultima offerta in graduatoria di almeno il 3%.


Oggetto di rilancio possono essere tutti i lotti, anche quelli per i quali non è stata presentata l’offerta iniziale. La graduatoria è consultabile sul portale del ministero dello Sviluppo economico: www.sviluppoeconomico.gov.it.

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